Stimiamo di buon augurio per la nostra epoca di uomini abborracciati alla bell’e meglio – flüchtig hingemachte Männer li chiamava il più celebre paranoico della modernità –, passare a una nuova asserzione di dogmi dopo un lungo tempo di loro svalutazione (il nostro modello è quello della “dogmatica giuridica”).
Intendiamo poche proposizioni chiare e distinte, assertive non imperative, razionalmente poste a fondamento di un Ordine come tale aperto (non Sistema come tale chiuso) dell’esperienza.
Al primo posto ne poniamo uno formulandolo dapprima negativamente:
non esiste né mai è esistito “animale umano” (“animale razionale”, “animale politico”, “animal grazioso e benigno”), istinto umano, legge naturale di moto:
l’idea che esista animale umano è l’esempio più flagrante e antico di dogmatismo cerebroleso, di fideismo becero, che non ci si è mai curati di dimostrare, porre, giustificare, rimasto intatto in tutta la tradizione anche filosofica del pensiero:
dubitare dell’intelletto umano è lecito e doveroso:
vedi Asini con cappello d’uomo, Think ! martedì 16 settembre scorso.
In assenza (non mancanza) di animale cioè di leggi già date in natura, l’uomo a partire dal bambino ha fatto da sé, con il suo genio ossia ingegno, la sua legge:
ecco tutto:
da esperienze sensibili che solo dopo chiamerà “piacere”, è precocemente passato al principio: e il pensiero fuit prima di “fiat lux”:
ce l’avrà messo Dio?, big-bang umano?, miracolo di cento miliardi di neuroni?: a ruota è seguito il verbum. …
Programma annuale e Presentazione dei Simposi 2014/2015
Co-Autore: Maria Delia Contri