Per iniziare:
tra le più stupide idee al mondo c’è quella per cui il padre amerebbe in modo paterno e la madre in modo materno:
pazienza se fosse solo un’idea stupida, invece è malefica, o patogena, e con “patogeno” intendo de-moralizzante;
inoltre, la distinzione tra amore paterno e materno è già divorzio (i figli di questa distinzione sono figli di divorziati, e divorzisti anch’essi fin dalla tenera età).
Tra gli atti peggiori della Psicologia novecentesca c’è stata la separazione tra Psicologia e Morale, come pure quella tra Psicologia e Filosofia.
Ma questa separazione pesca lontano:
nella separazione (qui importa poco moderare dicendo “distinzione”) tra due amori:
amore umano o basso (Eros, innamoramento così poco… erotico, vedi Romeo e Giulietta) e amore alto o divino.
Questa distinzione è platonica, intendo omosessuale, anzi gay (Platone è il Santo dei gay).
Ma la Psicologia novecentesca ha fatto di peggio, producendo la distinzione tra sfere:
quella delle emozioni e quella dell’intelligenza, e ci vuole un Tribunale (il “Tribunale Freud”) per giudicarne.
Non conosco una Logica capace di individuare questi errori, che sono errori formali non “emozionali”.
Ma da tempo dico di più:
la parola “amore” va sovvertita, e assunta e riconosciuta semplicemente come il nome designante quella parte della Logica che manca alla Logica per potersi considerare completa, meglio ancora riuscita.
Mi spingo fino a una tesi:
che non ci sono errori dell’amore ma errori sull’amore, più ancora:
che tutti gli errori sono errori sull’amore, e con ciò ho appena proposto una dottrina dell’errore.
Dell’amore gli uomini hanno sempre parlato, e anche delle sue catastrofi (a partire dall’Iliade, parabola della comune esperienza che si comincia facendo l’amore e si finisce facendo la guerra):
non si tratta né mai si è trattato di introdurre l’amore nel mondo, ma di correggere l’errore su di esso.
Milano, 17 luglio 2007
Pubblicato su www.giacomocontri.it