FATE SOLO QUESTIONI DI MERITO

In questa riunione io vorrei lavorare per me stesso perché dopo l’uscita della seconda edizione del Pensiero di natura, per un verso so benissimo cosa farò domani, per un altro verso a me sembra di avere fatto tutto quello che avevo da fare, nell’estensione rimanendo da fare pressoché tutto: in ogni caso, non abbiamo conquistato il mondo e io non starei a fare troppa fatica per simili conquiste, diversamente dall’insegnamento di tutta la prima parte del nostro secolo, ma io mi sentirei di dire che con il Pensiero di natura almeno abbiamo guadagnato l‟anima.

La celebre frase «A che serve guadagnare tutto il mondo se si perde l’anima?» ha visto accadere che chi si è messo su una certa strada ha perso anima e mondo e non gli è rimasto niente. Noi abbiamo ricominciato dal riacquisto dell’anima.

È una parola vetusta, ma il pensiero di natura o l’espressione «pensiero di natura» ne restituisce il concetto, e a nostro parere unico concetto, in cui incrementiamo di una parte essenziale — meglio sarebbe dire di una parte debita: non tutto il dovere è imperativo, non tutto il dovere è superio, per usare la vecchia parola di Freud — abbiamo incrementato la definizione aristotelica di «anima» come forma del corpo con quella parte debita in cui Aristotele era certamente pre-moderno, ossia facendone la legge di moto del corpo, partendo dalla constatazione, semplice constatazione, facile da farsi e nella storia del pensiero, specie moderno, non fatta, che il nostro corpo nasce privo di leggi di movimento, a parte quel po’ che consiste nel fatto che il cuore va lo stesso o che c’è un qualcosa di cerebrale che va lo stesso, ma solo quello registrato dall’elettroencefalogramma, niente di più. Trovo almeno su di me, non abuso della parola ancora abbastanza impressionante, ossia mi fa ancora una certa impressione rispetto alle poche cose che me ne fanno, il constatare che questa felice povertà — è l’unica povertà felice: si nasce privi di legge di movimento — non venga fatta. …

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Pronunciato il 5 luglio 1998
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016