Ai miei figli
Abbiate in voi quel pensare che è anche in Cristo Gesù:
lui che, avendo iniziato in forma di Dio, non ha trattato l’essere uguale a Dio
come una proprietà privata
da riservare solo a sé come un avaro.
Touto fronéite en umìn o kài ev Kristò Iesoù:
òs en morfè zeoù upàrkon ouk arpagmòn eghésato
tò èinai ìsa zeò
Filippesi 2, 5-6
1. Notizia
In questo 4 novembre 2001, a sessant’anni, e dopo avere provato di tutto, do notizia di questa iniziativa che ho preso: una Fraternità, denominata “Il pensiero di Cristo”.
Dopo di ciò, e il pensiero di natura che coltivo da anni, non ho più niente da fare benché sì da lavorare. Penso alle parole “Ora lascia che parta…”
Sulla vita futura di questa iniziativa non ho potere, programma, fantasie. Ci vuol altro. Idem quanto al sapere.
So solo che il pensiero di Cristo è quasi disertato, benché sia un bene già in nostro possesso, come un capitale: infatti la frase di Paolo – “Abbiamo il pensiero di Cristo” – è una costatazione, non un’esortazione.
Dalla coltivazione di questo pensiero non mi aspetto studi, ma effetti quanto a sostanza di rapporti: ecco la ragione di una Fraternità.
Di questa pietra scartata, il pensiero di Cristo, mi preme stabilire un punto di memoria. Se Cristo è la pietra scartata, il suo pensiero ne è il cuore, come motore e affetto. Il motore è il pensiero; l’affetto è del pensiero. …
Pubblicato originariamente sul sito www.fraternita-pensierodicristo.com