Credo di sapere che il Dott. Roberto Andreoni mi ha invitato a redigere questa nota per avermi udito sostenere che Mozart non è un genio. Rispondo alla sua iperbolica stima con un’imprudenza pari alla sua, io che incarno l’incultura musicale, orecchiante duro d’orecchio, infinitamente al di sotto dell’“amatore” o del “dilettante”, impudico canticchiatore deambulatorio di arie facili come facile è Mozart (ma chi sa essere facile?)
Rincaro. In un recente Convegno all’Università di Siena (21-22 maggio, su promozione del Centro “Il Sé”, dal titolo “Il Genio e la psicoterapia”), ho sostenuto che non solo Mozart, ma Michelangelo, Leopardi, Kant, Einstein, Freud, non sono dei geni. Tenevo a sottolineare specialmente il caso di Freud, perché è con questa parola che Chaïm Potok lo qualifica una dozzina di volte in “Danny l’eletto”.
Rifiuto di svolgere una lezione di storia della filosofia sul “concetto” (a mio avviso mera credenza) di genio come il talento naturale dell’inventività (i due tratti attribuitigli da Kant). Ossia, con un’altra e pertinente parola: un istinto, ma di pochi eletti a differenza dagli istinti dell’umanità comune. Anzitutto i soliti due: di conservazione della specie o sessuale (che per Schopenhauer fa dell’uomo lo “zimbello” della specie), e di conservazione individuale. E neppure mi dilungo a dimostrare ciò che sostengo da anni, ossia che nell’uomo non esistono istinti se non per la quasi indistruttibilità di una tale Teoria plurimillenaria, una Teoria che ci domina fino a fare effettivamente di noi gli zimbelli della specie. …
Postfazione di: Mozart: perfezione, libertà, ironia, Itaca, Castelbolognese (Ra), 2005
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