É stato detto che il nostro Presidente del Consiglio con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica avrebbe fatto un “capolavoro”:
non sottilizzo e lo sottoscrivo:
quale capolavoro?
Basta vedere con chi aveva a che fare in Parlamento e io rispondo:
con un gregge o gruppo o massa o insieme matematico di ecclesiazusi dis-orientati, proprio come le Ecclesiazuse o donne a parlamento della comica di Aristofane (391 a. C.), ma a prescindere dal sesso:
intendo un gregge solo umano di individui solo umani (non esiste “gregge umano” come non esiste “animale umano”):
egli ha procurato loro un orientamento che, malgrado certe proteste rituali, ha soddisfatto tutti perché almeno se ne è venuti a una, cosa insperata.
Politici quali tutti siamo istituzionalmente-giuridicamente fuori dal Parlamento (siamo tutti extraparlamentari, e virtuosi), come tali non siamo massa (ma ciò è tutt’altro che garantito):
i politici di professione dovrebbero ricominciare quotidianamente da me ossia da extraparlamentari (non si tratta di “avvicinarsi alle masse”, che degnazione!)
PS
Ho messo in corsivo la particella “ne”, che è equivalente all’es freudiano:
esso significa “Che cosa me ne viene?”, “Che cosa ne cavo?”, per esempio “Es regnet” o “It rains” significa “(ne ossia dall’atmosfera) piove”:
“ne” designa una fonte non causale, il che è occasione di una scoperta che può essere quotidiana e ubiquitaria, ma che solitamente manchiamo per il pregiudizio irrealistico che tutto sia rape da cui non si cava sangue:
(se es fosse il vento, avremmo l’occasione di osservare che di solito non abbiamo vele, e neanche barca e timone):
ciò per cui non si amano le rape anche se si catechizza il mondo predicando l’amore per le rape.
martedì 3 febbraio 2015
Pubblicato su www.giacomocontri.it