Intervista di Antonio Socci a Giacomo B. Contri sul «fattore il»
«Ahi! Pesante è la schiavitù che arriva col cristianesimo!… Minaccioso è il volto del loro Dio. Tutto quel che insegna, tutto quel che dice è: “Morrete!”». È il pensierino, di un filosofo Maya, che domenica 13, come ogni mattina, Guido Ceronetti propina ai lettori, con aria ispirata, sulla prima pagina della Stampa. Scrittore altezzoso fa parte di quella che fu definita “la banda dei nuovi gnostici”. Quasi mai, per la verità, esibisce così palesemente il suo viscerale odio anticattolico. Anzi questi uomini “pneumatici” (spirituali) si sono conquistati interi territori ecclesiastici. Fino ad aver riflessi pure sul linguaggio del messale della Chiesa (esempio “il Cristo”).
«Gnosi? Perversione e schizofrenia»: un sabato pomeriggio d’autunno, a Milano, attorniato dai volumi dell’opera omnia di Freud in tedesco e dalle dispense dei seminari parigini di Lacan, ascoltiamo questa rigorosa di agnosi da un medico di tutto rispetto. Giacomo Contri, psicanalista dall’aspetto aristocratico e cortese, uscito appunto dalla scuola di Jacques Lacan (delle cui opere ha curato l’edizione italiana per Einaudi). Si definisce con ironia “libero pensatore”. A quella diagnosi sta lavorando da qualche anno. «Non lo crederà, ma ho lavorato molto sulla grande opera di sant’Ireneo contro gli gnostici, l’Adversus haereses, e mi è stato utilissimo per curare i miei pazienti».
Dunque è così importante quell’articolo “il” Cristo?
Non so per i teologi… Nella logica del linguaggio è importantissimo. Vede, un giovanotto un giorno incontra una donna, se ne innamora, magari la sposa. Normale. Ma se costui, invece che una donna, credesse di aver sposato la donna, allora le garantisco che saranno guai.
Potenza di un articolo…
Già. Sapeste che guai poi quando si pretende di dire la Scienza, o peggio la Società.
Vogliamo far la guerra all’articolo determinativo?
Ah no, è un capitale da conservare. Vede questo articolo designa la specie, la categoria, la classe. E non bisogna rinunciare agli universali. Ma va usato correttamente. La Chiesa, per esempio, ci tiene a poter dire “l’uomo”, “il cristianesimo”. Mi risulta che tutta la dottrina del peccato originale crollerebbe se non si potesse dire l’uomo. …
Il Sabato
N. 42
19 ottobre 1991