C’è un corpo senza imputabilità: primo caso.
C’è un’imputabilità senza corpo: secondo caso.
Accenneremo all’esistenza di un terzo caso, quello dell’esistenza di un’imputabilità con il corpo.
L’imputabilità è la condizione del rapporto, di tutti (universo) i rapporti.
Il corpo senza imputabilità
Il primo caso e quello della Medicina, e ciò è facilmente comprensibile in modo immediato: la malattia di competenza del medico non è sanzione bensì effetto, e così la possibile guarigione medica.
È forse proprio per questo, per la costitutiva non imputabilità del corpo del trattamento medico, che si sta sempre più vagheggiando un ordine sociale neppure più organico-medico vecchia maniera, ma biomedico.
Excursus
Al secondo caso, e al terzo, arriveremo tra breve, dopo una svelta illustrazione a excursus per stabilire il senso della mia ricerca negli anni. Essa ha iniziato a formularsi nel 1976, allorché ho cominciato a connettere il lavoro di Hans Kelsen con quello di Sigmund Freud, finendo per trovare che il tema del lavoro di Freud è quello dell’imputabilità tanto quanto lo è per Kelsen, ossia quello del collegamento tra una condizione e una sanzione, cioè della distinzione, in scienza e esperienza, tra causalità e imputabilità.
Possiamo fare rappresentare le due rispettive posizioni di Freud e Kelsen, coincidenti nell’imputabilità, da due frasi l’una dell’uno l’altra dell’altro:
Kelsen: “L’uomo non è imputabile perché è libero: è libero perché è imputabile”. Conseguenze e correlati di questa affermazione sono immense propriamente parlando, ossia tutte da misurare ancora. …
in AA.VV., Anima e paura. Studi in onore di Michele Ranchetti, Quodlibet, 1998, pp. 381-391.