3° – IL DISARCIONAMENTO DELL’INTELLETTO. UN DANNO O UN IDEALE?

3° SIMPOSIO
IL DISARCIONAMENTO DELL’INTELLETTO.
UN DANNO O UN IDEALE?

Introduzione

 

Diamo inizio a questo terzo Simposio.
A me andrebbe anche benissimo se fossimo in pochi, anche se mi piace vedere molti amici, amici del pensiero: è l’unica accezione di amicizia che io ammetto, all’occorrenza, fino alla severità, non faccio concessioni emotive. L’emozione è il sostituto dell’affetto e si compera al supermercato, l’affetto no.
Tengo a ripetere sull’affetto – sto riassumendo Freud in modo inatteso –: qui c’è la mia mano, rappresentazione, visiva in questo caso, anatomica sui testi di anatomia, mano astratta. Sappiamo che la mano anatomica esiste solo nel cadavere. La mano esiste sempre e solo nell’affetto. Qual è l’affetto della mano? Questo: è la forma della mia mano che stringe la bottiglia, è la forma della mano investita sulla bottiglia. La mia mano ama la bottiglia – questo è l’affetto – e la ama semplicemente perché assume una certa forma intorno alla bottiglia. Questo è l’affetto. Nell’emozione la mano non stringe più niente; il portatore della mano va al supermercato a trovarsi una qualche postura della mano.
Non so perché ho cominciato da qui.
L’affetto è quello presente, onnipresente quando leggiamo un libro, un romanzo in quanto ci avvince. Non c’è alcuna emozione nel leggere un libro avvincente o anche nel guardare un film. Dal principio alla fine il mio è puro affetto per quel libro. Qualcuno potrebbe anche dire, sbagliando, che mentre leggo il romanzo io non esisto più: esisto dall’inizio alla fine, esisto nell’affetto per quel libro, mi trasporta. In tedesco “mi trasporta” si dice übertragung, la traduzione transfert è una parolaccia. Come si fa a tradurre così? È un trasporto.
Ho trasporto, sono trasportato dal romanzo. Sono passivo nel leggere il romanzo? Sì, è passività; l’attività sta nel continuare a leggere, nel continuare ad essere passivo sotto il romanzo; in questo caso viva la passività. Ho letto libri di gente che sulla teoria delle passioni ne ha dette e scritte tante, ma ho notato quanto poco si fa mente al fatto che passione viene dal verbo latino patire, che vuol dire essere passivo, non soffrire. …

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Pronunciato il 23 febbraio 2013
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016