1. Premessa: il divano come termine di paragone
Raccogliamo con sincero interesse il titolo generale del Congresso dell’International Psychoanalytical Association (Chicago, 2009): “La pratica psicoanalitica: convergenze e divergenze”.
Ci proponiamo di affrontarlo rendendo preciso, e perfino limitato, il termine di paragone, in modo da rendere il più possibile praticabile il tema.
Convergenze e divergenze sì – il che è legittimo in ogni ambito scientifico, intellettuale, professionale, senza che ciò significhi anarchia o confusione –, ma rispetto a che?
Infatti sarebbe massima l’indeterminazione se degli psicoanalisti si confrontassero sulle loro convergenze o divergenze rispetto alla politica, all’ecologia, alla religione eccetera, o meglio: lo potrebbero sì fare, ma prescindendo dall’essere psicoanalisti.
Ora, l’indeterminazione sarebbe ancora alta se discutessero di convergenze/divergenze nella pratica detta “psicoterapeutica”, ancora molto generica (sono state classificate più di venti diverse specie di psicoterapia).
Ora, il tema del Congresso definisce sì il paragone: il nostro contributo consiste nel cercare di renderlo ancora più preciso.
Tuttavia non vogliamo fare del personalismo, proponendo quello che, quanto a noi, consideriamo il paragone massimo, ossia una tesi che sappiamo non condivisa da molti. Espressa in termini di equazione:
Psicoanalisi = Freud + divano
una formula che secondo noi è ampia e elastica, e lascia libertà per tutti di esercitare le proprie preferenze di teoria, dottrina, scuola. …