Ringrazio per la presentazione e, raccogliendo una battuta, dico subito che io sono un “emigrato” essendo nato ad Ivrea a pochi metri da questa piazza. Ho provato molte emozioni a varcare questa soglia e a ritornare in questa città, senza per questo dare spazio a quella che noi chiamano “nostalgia”.
Non amo la “nostalgia”, anzi la contesto: mi permetterei di dire a qualcuno che la prova o a chi prova affetti come l’angoscia, la depressione o la melanconia di “darsi una smossa”, perché non va bene, non sta bene nel senso in cui si dice star bene o star male, non è una buona cosa. La nostalgia non è una buona cosa perché non è un moto a luogo, come l’etimologia della parola potrebbe far pensare, anche se nostalgia vuol dire far ritorno: un sentimento doloroso, penoso per un ritorno che però è falso.
La parola nostalgia ha la pretesa di descrivere un moto a luogo che non esiste, perché se il luogo esistesse davvero, perché no?, perché non proporselo? Se il moto fosse possibile e il luogo fosse esistente, allora la nostalgia andrebbe bene, il sentimento stesso sarebbe un po’ come una bussola il cui ago, anziché puntare a nord, punterebbe verso quel luogo che sarebbe il nostro nord, ci farebbe da guida certa. Il sentimento di nostalgia è falso che sia la nostra guida. Non esiterei a definire il sentimento di nostalgia come un sentimento patologico, diversamente dall’angoscia che è un sentimento normale. L’angoscia è un segnale come lo è il mal di denti: per fortuna lo abbiamo, altrimenti non ce ne accorgeremmo. Il dolore è spiacevole ma è un segnale per “darsi una smossa”.
Non è il caso della nostalgia, da cui è il caso soltanto di guarire.
È errato, invece, guarire il dolore fisico: bisogna cercare la causa del dolore, di cui è un segnale. Ad esempio, le sostanze stupefacenti che assumono i tossicomani, avendo tra l’altro un effetto analgesico, impediscono di sentire il dolore, di provare una normale “angoscia di denti”, con il risultato che arrivano dal dentista quando ormai i denti sono tutti rovinati o addirittura perduti.
La nostalgia coltiva l’idea di un ritorno ad un non-posto, dal momento che questa località presunta è assente, non esiste e si ingigantisce. Per questo motivo non ho provato nostalgia per Ivrea ma piuttosto il desiderio di ritornarvi per essere qui stasera a parlare di alcune cose. Il titolo di questa sera non ha nulla di bizzarro, cercherò di trattare l’argomento in modo lineare. …
Conferenza a Ivrea (Torino)
10 dicembre 1992
Trascrizione a cura della dott.ssa Giovanna Amosso-Gaspare
Testo non rivisto dall’Autore