L’argomento sviluppato da me questa sera, se anche fosse affrontato con la balbuzie, non sarebbe male affrontato. Perché io e altri ci troviamo ad avere la fortuna di parlare di qualcosa (il Padre) di cui, salvo le cinque lettere, quasi non si parla da cinque secoli.
La nostra cultura è religiosa e non sa ben dire cosa significa questa parola. Se ci affidassimo ai mezzi culturali (enciclopedie…) non ne troveremmo nulla.
La parola Padre suona ovvia. Non viene ordinariamente in mente che cosa vuole dire. Il riferimento, causato dalla banalizzazione della psicologia, alla “figura paterna”, la rende ancora più ovvia.
Nella predicatoria, stante che il Padre è eterno, se ne parla come del “buono”, del “misericordioso”. Se è solo questo, siamo ai limiti dell’eresia: deve rinunciare a giudicare, ossia rinuncia all’intelletto. La figura puramente ridicola di Babbo Natale è quella vincente: è così stupido che non giudica.
È strano che nelle lingue moderne la parola Padre esiste ancora. Solo in spagnolo, correttamente, “i miei genitori” si dice padres.
Ciò non toglie nulla alla stupidità possibile agli spagnoli al pari di noi. Se la correttezza della lingua garantisse l’intelletto del singolo, allora gli psicoanalisti di lingua tedesca dovrebbero essere meno stupidi degli psicoanalisti che leggono Freud in traduzione. Mentre non è così. E poi: anche le trasmissioni linguistiche più slavate arrivano alla gente (people), e la gente riesce a trattare l’informazione rielaborandola, e ci arriva con la sua testa.
Non ci sono padre e madre. Se ci sono due genitori che funzionano bene con i figli, è perché c’è una funzione paterna che entrambi esercitano nei confronti dei figli (e anche reciprocamente).
Non c’è neanche maschilità e femminilità. C’è solo uomo e donna. È quando incominciano ad andare male le cose tra U e D che spuntano i ruoli paterno e materno.
Ma allora, che cosa vuole dire questa parola?
La sola ragione per cui viene mantenuta, è per potere tenere in piedi Babbo Natale. …
Comune di Busto Arsizio
Assessorato alle relazioni
Busto Arsizio, Sala Zappellini
26 ottobre 1995