2° – IL REGIME DELL’APPUNTAMENTO. UN COMUNE PRINCIPIO DI PROFITTO, 2

2° SIMPOSIO
IL REGIME DELL’APPUNTAMENTO
UN COMUNE PRINCIPIO DI PROFITTO

 

La Costituzione italiana non fa appello al diritto naturale, né a precedenti. Almeno la nostra. Deve essere una delle ragioni per cui a qualcuno non piace.
Una parola per chiudere, chiudere vuol dire terminare cronologicamente. Ometto quasi tutto in riferimento a entrambe le relatrici silenti, per dire solo questo: la parola “egoismo” che è stata riattivata alcuni interventi fa, va riabilitata e assunta pienamente e senza riserve.
Devo correre, ma non ha alcun senso usare in modo critico il comportamento degli affaristi quando fanno affari, essendo che la realtà e il concetto stesso di affare implica l’interesse e il vantaggio anche dell’altro. È interessante che questo è tanto più chiaro tanto più ricchi sono gli affari: quando si tratta di decine di pozzi di petrolio, non si truffa più e non perché scoppierebbe la guerra.
Raffaella ha usato la parola “patto”. Diciamo che il regime dell’appuntamento è un patto unilaterale, i due o n soggetti (da due in su) non devono affatto mettersi d’accordo, non c’è un negoziato tra tutti i contraenti, i “pattuanti” preferisco dire (avrei anche voluto intervenire sul negoziato di cui parla Giulia a proposito di Rescigno). Si tratta di un patto unilaterale per il proprio profitto, niente di oblativo, in cui chi dà inizio al patto (poi ci sarà uno che ‘abbocca’ al patto; ho ironizzato usando il verbo abboccare) si pone nel suo stesso mirare al proprio beneficio – come profitto ci deve essere un sovrappiù: beneficio vuol dire profitto – collocandosi come mezzo per l’altro. Non facciamola lunga: prendete in mano la parabola dei talenti. Quello che ci mette i soldi e quello che li valorizza si pongono uno come mezzo dell’altro, ci guadagnano ambedue. Ho sempre portato quella parabola come un esempio del modello che è la relazione, il regime dell’appuntamento.
La parola “mezzo” è la parola chiave. Pensate, se ne sapete qualcosa, che la parola “mezzo” è la parola proibita da Kant: tratta l’altro sempre come fine e mai come mezzo. L’ostilità teoretica al regime dell’appuntamento non è mai stata così bene formulata come da Kant: non essere e non trattare come mezzo. Nella parabola dei talenti l’uno è mezzo dell’altro.
Quando dico unilaterale, cosa implica la unilateralità? Essendo ovvio che trattandosi di affare, produzione di profitto non c’è aggressione al territorio, alla persona, non c’è furto, non c’è omicidio, non c’è terra bruciata, non c’è sacrificio. Nella sua unilateralità – che vuol dire che non c’è un preliminare individuare un partner per poi concordare le condizioni con cui si combinerà qualche cosa –, nella sua legge generale di un patto unilaterale per il profitto, il partner (e perché no, potrei anche conoscere una persona alla quale faccio questa offerta) si autodetermina, verrà lui. …

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Pronunciato il 12 gennaio 2013
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore


 

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Data di pubblicazione: 05/06/2016