Non occorre rompersi la testa per intendere la nozione di “significante” in J. Lacan, anzi è semplice e facile, e orientante (mai per i più continua a restare disorientante).
Vuole dire che dato un suono, per esempio quello corrispondente al segno grafico “madre”, esso è passato a una vita separata dal significato comune atteso per convenzione linguistica, che designa quella Signora o donna che ha avuto dei figli con un Signore.
Ne consegue che il suono “madre” diventa, non privo di significato, ma designante un tutt’altro significato, e maligno: tanto più maligno in quanto trasmesso con l’inganno dell’identità di suono o significante.
“Madre” passa a designare una sfera a sé, separata, con propri autonomi significati.
Questa sfera a sé è una Teoria, o un nucleo di Teorie, di cui la persona in carne e ossa è un puro supporto biologico, così che “madre” = nessuno.
Alle Teorie patogene cioè male-facenti dedichiamo il Corso dello Studium Cartello di questo anno con il titolo “Il Tribunale Freud” (si veda il sito www.studiumcartello.it).
Nella Prolusione al Corso le ho paragonate a virus, biologici o elettronici, perché sono della stessa sostanza di ciò che attaccano, il pensiero, che si trova senza difesa.
Da sempre è stato reso “materno”, ossia virale, l’amore: è il principio della carneficina.
O della strage, non degli innocenti ma degli ingenui (in paragone Erode era un dilettante grossolano).
Rammento che uno dei virus più noti e più destruenti si chiamava: Y love you.
Il significante o virus “madre” è ben rappresentato da Medea dopo il ripudio: cacciata nella separazione donna/madre, uccide i figli (oltre alla nuova sposa di quel primo criminale che è Giasone).
Va notato che qui il ripudio è di principio: infatti è una regina di cui viene rinnegato il titolo (Giasone è perverso).
Ma su Medea bisogna sottilizzare, distinguere:
essa imbocca sì la via – logica non psicologica – della carneficina (solitamente non cruenta: è quella del pensiero dei figli), però un’altra Medea potrebbe anche escogitare una soluzione salutare.
Personalmente mi considero l’Esercito della salvezza delle “madri”.
Io non sono a-teo bensì a-madrico. (semplicemente non uso più la parola “Dio”).
Ciò che fa il figlio (a differenza dallo schiavo), e dunque il padre, non è il bene ma la titolarità del bene, cioè l’eredità (ce ne sono di specie diverse, occorrerà riparlarne).
Inoltre: l’eredità, non il dono, fa l’amore.
Noi cristiani abbiamo sbagliato (quasi) tutto proprio su amore, eredità, figlio, madre, padre.
Ci siamo così portati in casa tutti i virus del mondo, a partire dalla Teoria dell’amore come innamoramento (umano-finito o divino-infinito).
Non meraviglia che siano entrate in casa anche omosessualità e pedofilia: tutto comincia dall’errore e orrore sull’amore.
Cristo aveva predetto la zizzania spiga per spiga, parola per parola.
Il senso di Cristo non è l’amore ma la correzione dell’errore sull’amore.
Capisco l’antipatia per Freud: perché è l’antivirus (anzitutto sull’amore).
Sarebbe bastato ascoltare Gesù allorché, a dodici anni, di fronte a un comportamento “materno” di colei che per convenzione linguistica chiamava forse così, le ha fatto una scenata d’ira con la minaccia di toglierle il saluto, idem al padre.
Milano, 6 novembre 2006
Pubblicato su www.giacomocontri.it