SEMINARIO DI SCUOLA PRATICA DI PSICOPATOLOGIA 1995-1996
IL TUTOR
IL TUTOR, 2
La nuova idea del tutor è bene che prosegua a fare la sua strada.
Io userei il nesso fra il tutor e l’idea professionale del tutor caratterizzando cos’è un trattamento in questo modo: il trattamento dell’handicappato consiste in una sequenza di tre momenti:
- Il primo momento del trattamento di un handicappato sono i Al posto dei BOT si può mettere un fondo vitalizio, una polizza, etc.
- Il secondo momento del trattamento di un handicappato è il tutor.
- Il terzo momento è quello che si fa o si cerca di fare allorché si cerca di curare l’handicappato, ad esempio nei centri, o con trattamento individuale o
Ciò che può chiamarsi psicoterapia pura, trattamento, è solo il terzo momento. Senza il precedere dei primi due leviamoci dalla testa che esiste trattamento dell’handicappato.
Dico solo una parola sul primo. Perché ho messo al primo posto i BOT o il fondo vitalizio, la rendita a vita? Per la ragione più ovvia che è sotto gli occhi di tutti, realismo, il più ovvio, banale, materiale: l’handicappato, salvo rari casi su cui non contare anche se possono darsi, sarà handicappato a vita. Come farà a vivere diventando più grande? Questo realismo terra-terra deve essere il primo passo.
Perché questo ci riguarda? Perché quante volte a proposito del tutor stesso abbiamo parlato del rapporto, del contratto con le famiglie stesse: infatti si tratta con le famiglie. La prima cosa da trattare con la famiglia è che si decida a procurare i BOT al proprio disgraziato figlio. …
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore