Voce gergale alpino-veneta, che significa imbrigliato, inibito nel moto.
Essa rende un cattivo servizio:
penso di renderne uno buono ai miei pazienti quando non glielo lascio passare proprio in quanto vorrebbe significare “sono fatto così”, cattiva anzi malvagia “oggettività”.
Cioè è una voce della censura, censura del fatto che prima c’è stato un trauma che ha reso imbranato.
Il trauma di cui parlo è imputabile:
è contro l’imputabilità che agisce la censura.
L’essere imbranato mi ri-guarda:
è un oggetto che guardo affinché mi guardi a sua volta, e comandi.
Idem “intelligente” o il contrario, “buono” o il contrario, eccetera.
“Imbranato” è un avvenimento, databile, quantunque inibitore di avvenimenti.
Milano, 4 dicembre 2007
Pubblicato su www.giacomocontri.it