Corso 2000/2001
IO. CHI INIZIA. LEGGE, ANGOSCIA, CONFLITTO, GIUDIZIO
Grazie. Inizio il ripasso.
Io non so se tutti i presenti hanno ricevuto la lettera di inizio anno, in cui suggerivo che il lavoro di quest’anno sia un ripasso, anche alla lettera, nel vecchio buon senso scolastico: si ripassa il lavoro di tutti questi anni. Salvo quando da studenti si è già disturbati, il ripasso è riposante.
Vero è che giocavo leggermente sulla parola, trasformando la parola «riposo» nel verbo «ri-posare»: posare, porre — attività positiva — una nuova volta. Anzi, sono contento che quasi senza pensare ho tradotto il ri- di riposare con l’aggettivo «nuovo», perché — e so che è una correzione che sempre va fatta — l’idea di ripetizione suona come quella di ritorno a prima, di arresto, o passo indietro, quantunque benefico. In fondo il nostro intelletto dobbiamo ripartire dal considerarlo come fatto, nel migliore dei casi, non tanto bene, dopo le vicende che ci sono occorse, individualmente o nei nostri padri. Come dice quel detto di non so più che punto biblico «I genitori hanno mangiato l’uva acerba e sono rimasti legati i denti ai figli».
Questo è il nostro caso; il nostro di tutti. Bisogna saperlo. E dunque è un intelletto che funziona abbastanza spesso in modo tale che anche una buona parola o una buona frase — e tra poco avrò l’occasione di darvene qualche esempio — viene sentita con l’orecchio e tradotta nell’intelletto nella sua variante peggiore. In questo caso, la parola ripetere, il suono sensibile, sensazione uditiva «ripetere» si traduce intellettualmente come regredire, come tornare indietro. …
Pronunciato il 10 novembre 2001
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri.
Testo non rivisto dall’Autore