SEMINARIO DI SCUOLA PRATICA DI PSICOPATOLOGIA 1994-1995
IL TUTOR
E’ stato nella mia ultima seduta di oggi che ho afferrato con precisione che il silenzio dell’analista nell’analisi è qualificato dall’aggettivo schivo, che è un aggettivo preciso. Questo può servire, alla lunga o alla lontana, a tutti.
E’ stato grazie a una seduta di qualche giorno fa che ho capito chi è la lupa di Romolo e Remo, quella che allatta Romolo e Remo: è quello che sulla formula è scritto Aq, è la balia. L’interesse del mettere Aq, anziché incarnato dalla balia rappresentato mitologicamente dalla lupa, quella da cui è venuta Roma, la Roma repubblicana, la Roma imperiale, la civiltà, etc., è interessante, perché finché si dice la balia sembra una cosa lì così.
Anche questo è uno spunto per chi vuole procedere, ma credo che serva a introdurre, nel senso che gli inizi mitologici di Roma sono mitologici perché in essi non sono ancora differenziati i due diritti.
L’incontro di oggi è dedicato al cominciare a dare forma alla figura del tutor. Ormai abbiamo fissato questa parola rispetto ad altre.
Invito coloro che trascriveranno le parole di questa sera di farlo mettendoci del soprappiù, del loro. Come se il momento della trascrizione elaborata fosse la prima occasione in cui viene esposta questa idea, ripensandola loro stessi.
Chiedo a M. Delia Contri che ha preparato una pagina di leggercela, perché così ancora meglio introduce l’argomento, in termini di sua propria esperienza. (…)
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore