Occupando militarmente l’Irak gli Americani hanno rudemente sfregato una lampada di Aladino abitata da un Genio malefico: che abita silenziosamente non il solo Irak ma ogni paese del mondo, anzi ogni individuo. E’ il Genio di un imperativo assoluto. Anche il pacifismo non ne è esente (noi psicoanalisti lo chiamiamo “formazione reattiva”).
L’imperativo non si presenta immediatamente come tale, ma piuttosto come una frase descrittiva: “non c’è soluzione”. Ma il terrorismo la rivela come imperativo: non deve esserci soluzione, donde opposizione a tutte.
Il regime brutale di Hussein – una brutalità tutta occidentale: nulla di fondamentalista – era una soluzione orribile al non doverci essere soluzione.
A vedere ancora meglio, si tratta di resistenza al pensiero della soluzione, all’ammissione della sua pensabilità, all’esistenza del pensiero efficace.
Dall’imperativo risulta una Teologia: ne viene dedotto un “Dio” come la soluzione impossibile anche per lui al non esserci soluzione. E’ un Dio puramente creatore e puramente onnipotente che si impiglia nella sua stessa creazione, perché non può che governarla da solo: povero Dio! come si dice “povero Cristo!” o “pover’uomo” o “povero diavolo!”
Se manca il pensiero della soluzione o conclusione in noi, anche il Dio più Dio non potrebbe fare nulla, perché non potremmo riconoscere-pensare-accettare la soluzione da lui offerta: saremmo gli anoressici di tutto ciò che ci proponesse. Gli resterebbe soltanto da drogarci in massa: manicomio universale amministrato con i mezzi di una Ditta farmaceutica infinita. Un oppio dei popoli impensabile perfino per Marx. …
29 giugno 2004
Pubblicato su www.studiumcartello.it