Si parla ormai sempre di staminali, e sia. Allora parliamo anche di fantascienza, che quando è seria fa predizioni come proiezioni plausibili sulla base dei risultati attuali delle scienze.
Se le staminali sono quello che si dice, ossia che possono sostituire ogni tessuto malato, invecchiato, distrutto, allora non siamo lontani dalla fontana dell’eterna giovinezza e della vita eterna, questione di tempo, neppure moltissimo, lo vedranno i pronipoti.
In questo modo la Scienza, senza essere Teologia, per mezzo della fantascienza rende un bel servizio a Dio: lo libera da millenari gravami teologici, quelli che lo vedono maggiordomo di quella natura che da sola non saprebbe cavarsela. Dio si trova sgravato delle sue tradizionali mansioni miracolistiche, antinecrotiche, vitalistiche, insomma naturalistiche, per tornare quello che è, se è: uno che pensa in proprio, e pensa bene altrimenti che Dio sarebbe?
Non risulta più come un Dio della natura, e dopotutto natura lui stesso (oggi panteismo e occultismo hanno ripreso la corsa). Che Dio abbia creato la natura, magari servendosi del big-bang e dell’evoluzione, non costa nulla concederlo, in fondo è un’operazione banale benché a grandi numeri, un miracolo di cui Dio stesso non si vanterebbe troppo. Il fatto che dopo abbia riposato va già meglio. Secondo me lo ha fatto a giorni alterni, più a lungo dopo il sesto. Non gli attribuisco un’antropomorfica stanchezza: aveva altro a cui pensare. …
26 luglio 2006
Pubblicato su www.studiumcartello.it