In un recente articolo [1] apprendiamo dallo stesso Stephen Hawking, in una recente conferenza a Londra, quale è il principale rischio della razza umana.
Hawking, massimo astrofisico vivente, che ha lo stesso QI di Einstein e occupa a Cambridge la medesima cattedra di Newton, un malato di SLA che riesce a farsi udire con voce metallica grazie a una prodigiosa macchina, ha rilasciato inquietanti (?) dichiarazioni sul nostro futuro.
Il giornalista esordisce dichiarando che Hawking ha paura dell’intelligenza artificiale perché “il suo ulteriore sviluppo potrebbe portare alla fine della razza umana”:
per la verità credevo ormai attestato dalla fiction nonché filosofia fantascientifica che tale fine è un’aspirazione collettiva perfino ovvia.
Seguono altre dichiarazioni di Hawking:
“L’intelligenza artificiale finirà per svilupparsi da sola”;
“Gli esseri umani, limitati dalla lentezza dell’evoluzione biologica, non potranno competere con le macchine e un giorno verranno soppiantati: il rischio è che prendano il potere” [ma bravi! i politici non ce la fanno, e poverini noi!, mi ricorda quelli che non capiscono le storielle e sopperiscono facendosi il solletico – ndr];
il rischio è “trasformare lo Stato in un Grande Fratello che spia tutto ciò che facciamo online”.
Non ho paura di un simile Grande Fratello comico:
se ci spiasse veramente e gli restasse una briciola di intelligenza, scoprirebbe soltanto che diventiamo sempre più cretini.
Avrei preferito che Hawking dicesse semplicemente che non ha senso parlare di “intelligenza artificiale”:
neppure lui è molto intelligente.
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[1] Enrico Franceschini, I computer prenderanno il potere, a rischio l’intera razza umana, Repubblica 3 dicembre 2014.
venerdì 5 dicembre 2014
Pubblicato su www.giacomocontri.it