Se ricordo bene, ne ho già parlato, ma ora rilancio con maggiori e decisive conseguenze:
“decisivo” significa che decide, in questo caso intorno a un errore enorme da un secolo.
Non esiste lapsus “freudiano” (salvo i lapsus personali di Freud), come non lo è il sogno, e l’elenco non termina qui.
Il lapsus dà forma sociale o pubblica al pensiero di un individuo, il cui pensiero è stato affetto da censura, tanto da non essere mai apparso su scena prima di quel lapsus (sto facendo del semplice lavoro osservativo), o di quel sogno.
Freud è stato “solo” uno di questi individui che noi siamo:
tra questi, quello e unico che ha riconosciuto la dignità del lapsus:
raccolgo la parola “dignità” dall’uso che ha nelle scienze riguardo a fatti precedentemente ignorati, dis-prezzati.
Non esiste Teoria psicoanalitica, né una disciplina a sè detta “Psicoanalisi”, e tanto meno un “punto di vista” psicoanalitico (Weltanschauung, lo asseriva con forza Freud per primo):
la psicoanalisi è solo l’applicazione nella cura dell’Amicizia del pensiero, proprio come è amico del pensiero chi raccoglie il proprio e altrui pensiero, per esempio ma solo per esempio nel lapsus o nel sogno.
Freud è stato Amico del pensiero in quanto atto, vivente:
“vivente” significa pensiero, pensiero come atto, una lezione che la “Bioetica” è ben lontana dal prendere e mai prenderà.
“Amicizia del pensiero” è una categoria che ha tardato a comparire
– o ricomparire –
nella storia del pensiero.
Ma non mi illudo che si capisca ciò che dico:
che la scienza di Freud è una giurisprudenza, a partire dal conferimento di dignità a fatti lungamente privati di dignità, scientifica e morale insieme:
in Freud trovano occasione di incontrarsi scienza e morale.
Nota autobiografica:
quest’ultima è l’annotazione di J. Lacan che tanti anni fa (estate 1967) mi ha affezionato a lui, al suo pensiero.
Milano, 28 novembre 2008
Pubblicato su www.giacomocontri.it