Abbiamo tutti sentito gli ultimi Papi rammentare lo slogan celebre “Non temete!”, o “Non abbiate paura!”
Ma poiché io sono un coniglio che teme anche la sua ombra, questo fatto mi ha reso desto a chiedermi se lo slogan sia un appello all’eroismo, petto nudo contro le baionette del nemico.
Non lo è, e non avrebbe senso.
La paura di cui parla è l’angoscia, una paura in cui tutti sono conigli al cubo:
non è paura di una minaccia reale, è paura di una minaccia ideale, quella di perdere un amore che non esiste, Ideale, che non può essere perduto (“Lassù qualcuno mi ama”):
ciò che mi perde è proprio il verbo “perdere”, un’Idea che si è fissata in me senza che ci sia alcunché da perdere.
“Non temete!” significa allora lasciar cadere il presupposto che lassù, ma anche quaggiù, qualcuno mi ama
l’amore non è un predicato, né del solito “Dio” né della solita “Madre” -,
il che mi lascia libero di osservare che qualcosa detto “amore” può accadere.
Io non sono a-teo (non conoscendo il concetto della parola), sono a-matride:
tutti lo dovrebbero essere, le madri per prime perché sono le prime a perderci:
“matride” significa vendetta.
venerdì 27 giugno 2014
Pubblicato su www.giacomocontri.it