Un prete che ha avuto importanza nella mia vita di gioventù, diceva sempre ai suoi seguaci che non dovevano fare i loro “porci comodi”:
non mi piaceva, sia perché l’espressione riguardava le ragazze, e non mi andava la categoria suina della classificazione,
inoltre perché era l’epoca in cui sperimentavo che le ragazze non erano affatto comode (c’è voluta la psicoanalisi per scoprire la categoria virtuosa della donna facile);
sia perché l’espressione riguardava molte altre cose, leggere romanzi e non solo questi, andare al cinema e a teatro eccetera, il tutto per mia iniziativa.
Insomma, era un’espressione della Teoria dell’uomo-animale (che fa koiné tra preti e non preti), che cessa di essere animale solo per sottomissione al comando (mentre secondo me è conferma dell’animale):
per gli uni il comando della Città, per gli altri il comando di Dio, in genere un mix dei due, il solito Trono-Altare magari in edizione islamica, oggi moltoappealing più del sex.
Ma Città non significa comando, e secondo me “Dio” neppure, Sesso neanche salvo nella Teoria imperativa dell’istinto che significa comando:
è interessante la bulimia perché in essa anche il cibo è passato a significare comando, così come l’anoressia perché in essa il cibo significa comando cui disobbedire, cioè sempre nell’ordine del comando:
che noia! alla lettera, tutt’uno con l’angoscia.
Al Cuore non si comanda solo perché il Cuore comanda:
meglio essere senza Cuore.
martedì 18 novembre 2014
Pubblicato su www.giacomocontri.it