Fin da bambino udivo l’espressione “Povero bambino!” rivolta a neonati, per lo più con il sorrisino sulle labbra:
se quel bambino avesse un angelo custode muscoloso e suscettibile, il diffamatore passerebbe un brutto quarto d’ora.
Questa espressione è importante perché rende presente in forma popolare il presupposto pauperistico di ogni discorso a noi noto (oggi evidenzio anzi svergogno specialmente quello dell’“animale umano”):
il presupposto si ritrova nel risultato, cioè produce povertà, di massa come sempre.
Quello di guarigione non è un concetto difficile:
è guarito uno che passa a non dire più “Povero bambino!”
mercoledì 19 novembre 2014
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