Della prostituzione non è mai stato chiarito dai moralisti quale ne sarebbe la fattispecie morale:
da questa oscurità dipendono le nostre principali incertezze nonché patologie morali.
1° In essa si tratta di commercio in senso stretto, in cui il contenuto della merce non sta al primo posto:
da un lato c’è una merce astrattamente considerata, come ogni merce, e dall’altro un equivalente non meno astratto, solitamente ma non esclusivamente monetario;
2° c’è poi l’estrema estensione del campo di tale commercio sessuale, solo che si faccia caso al fatto che il denaro è solo uno dei tanti casi di pagamento, e neppure quello statisticamente principale:
ci sono pagamenti in status sociali e economici e morali, professionali, e psicologici o spirituali.
Tornando al contenuto, la prostituzione è solo un caso di autonoleggio:
non sto facendo del detestabile umorismo, perché si tratta, più precisamente, di noleggio di carrozzerie così come ne ho scritto in “La carrozzeria di Platone” di venerdì 21 settembre.
Ecco la fattispecie morale:
la prostituzione non vende corpo (ecco l’errore plurimillenario):
vende carrozzeria, o Oggetto astratto.
Vende Platone:
le prostitute sono delle platoniche.
Bisognerebbe portarle in Cattedra:
anche se non credo che accetterebbero, dopotutto guadagnano più dei Proff. Universitari (che insegnano Platone).
Sul rapporto prostituzione-bestemmia tornerò presto.
Milano, 27 settembre 2007
Pubblicato su www.giacomocontri.it