Tavola Rotonda (14 Marzo 2004):
Bice Benvenuto, Sergio Benvenuto, Sergio Contardi, Giacomo Contri, Marco Focchi, Giorgio Landoni, Valeria La Via, Paolo Migone, Diego Napolitani, Paola Ronchetti, Paolo Tucci
Giacomo Contri Il punto di partenza del testo che analizzo nel testo che vi ho proposto, “I Bin Laden del diritto”, è la premessa non solo di questo signore dell’Alta Savoia – Accoyer, il deputato francese autore della proposta di legge – ma la premessa di tutti i tentativi di legislazione intorno a psicoanalisi e psicoterapia. Questa premessa è sempre la stessa ed è un falso giuridico: ossia che queste pratiche – psicoanalisi, psicoterapie e altre ancora – vivrebbero in un “vuoto giuridico”. Noi italiani, nel peggio, siamo molto più avanzati dei francesi: loro hanno cominciato appena adesso, mentre noi abbiamo cominciato più di venti anni fa. Ora, affermo che non c’è alcun vuoto giuridico. É falso crederlo per il fatto che esiste il concetto costituzionale di “permesso giuridico”: significa che è permessa, giuridicamente, ogni azione che non sia espressamente proibita da una norma. Schiaffeggiare è proibito da una norma, parlare no. In questo momento siamo qui riuniti in pienezza giuridica, non in un vuoto giuridico: è giuridicamente permesso ciò che abbiamo deciso di fare insieme, al punto che se qualcuno cercasse di impedire questa nostra riunione, allora interverrebbe una sanzione giuridica precisa, perché verrebbe brutalmente impedito ciò che giuridicamente ci è permesso. Perciò, la psicoanalisi e tutto ciò che ad essa si connette ha pienezza giuridica, tutelata dalla Costituzione.
Nel 1968 Lacan aveva detto: “Lo psicoanalista si fa guardiano della realtà collettiva”, in questo caso il guardiano del diritto. Ci troviamo addirittura a collocarci dal lato dell’autorità del diritto, non da quello di chi si difende da un’invadenza. Il resto dell’argomentazione è un semplice sillogismo: A è B, C è A, C è B. …
3 marzo 2005
Testo correlato: I BIN LADEN DEL DIRITTO
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