Non ce n’è, ed è finita qui:
c’è semplicemente professionista e cliente, o utente.
Più anni fa un medico che conoscevo mi ha obiettato piccato:
“Ma io non sono un veterinario!”:
errore, perché un animale non può essere cliente né utente, mentre era lui a concepire l’uomo come animale secondo la più vecchia idea di uomo (già aristotelica):
biologico non significa animale, quest’ultimo è solo un caso particolare del biologico.
Però è vero che c’è una tracimazione del malato che trasferisce sul medico un’idea di autorità anche se questo non ne dispone affatto:
ciò è dire che il medico non sa trattare questo trasferimento (“transfert”), e che farebbe meglio ad astenersi, almeno per non essere tanto ridicolo da volere far credere di “amare” il proprio paziente:
ridicolo o peggio, infatti il medico che pretende di amarlo ed educarlo fa un’autodiagnosi di sadismo, dato che gli mette le mani addosso.
Lo psicoanalista non gli mette addosso neppure le parole:
questo è ciò che gli hanno fatto coloro che lo hanno ammalato.
lunedì 16 luglio 2012
Pubblicato su www.giacomocontri.it