Continuerò domani il precedente Nutrire o esprimere.
Ho dato il mio voto a Matteo Renzi, nostro nuovo premier:
desidero però che lasci cadere, lui e altri premier, la parola “sogno”, è di malaugurio come gli uccellacci.
Lo diceva già a fine Settecento Francisco Goya, “El sueño de la razon produce mostruos”:
“sueño” è sogno non sonno, come già nel suo connazionale di più di un secolo prima (Calderòn, Vida es sueño), che non poteva ignorare:
però è il sogno a occhi aperti, non quello onesto e diversamente razionale che abita il nostro onesto e razionale sonno:
il nostro onesto sogno non desidera mai una fetida prigione, è beneaugurante senza illusione.
L’acquaforte di Goya, che rappresenta un dormiente, rappresenta un millenario e duraturo equivoco.
Dico sempre che non c’è una ragione, “La Ragione”, che la ragione non sempre è di buona famiglia:
il nostro onesto sogno dice che per fortuna “La Ragione” ogni ventiquattro ore va a dormire.
Anche il Nazismo è stato un sogno, inclusivo delle sue stragi che ha razionalmente perseguito;
è appena comparso il sogno dello Stato islamico, che da sempre benedice le sue stragi passate, presenti e future secondo una propria ragione:
la guerra è sempre stata un sogno, e non ha mai cessato di serpeggiare, non solo nei Capi ma nelle masse:
il sueño di Goya è sempre di massa.
Osserviamo che si nutrono, si coltivano, mostri:
la coltivazione è imputabile, non è “inconscia” (anche il “raptus” è nutrito, coltivato).
lunedì 7 luglio 2014
Pubblicato su www.giacomocontri.it