1° – Il pensiero come Costituzione (Principio: “L’albero si giudica dai frutti”), e come lo sviluppo di questa in un Ordinamento e nel suo orientamento. Il pensiero amico, o la sempre ritardata (“rimossa”) filo-sofia. Un Ordinamento di habeas corpus. “A immagine e somiglianza”.
Malgrado l’antica ostilità per esso, c’è pensiero amico dell’uomo, quello che lo fa “uomo”, affezionato legislatore del moto del corpo nell’universo dei corpi.
É amico perché senza guerra civile o intestina sia nell’individuo (patologia) che tra individui.
C’è pensiero malgrado il fatto che la Storia del … pensiero, anzitutto della filosofia, non gli è stata amica, censurandolo in una sistematizzazione che ne è la prigione, o la caverna platonica, e la patologia, in una prospettiva di morti-ficazione finale. Quest’ultima se eternizzata è stupefazione, beata nell’angoscia come i drogati sanno.
La rettitudine è del pensiero come pensiero dell’atto, o del moto.
Questa Società è intitolata a Freud perché è stato il primo amico del pensiero con devozione e fedeltà, ha inaugurato l’amicizia per il pensiero amico: diamo seguito a questa inaugurazione subordinando lo stesso pensiero di Freud a quello di cui è stato amico e derivandolo da esso.
Tale pensiero amico chiamiamo rettitudine – rett-itudine, diritt-itudine, Recht-itudine, Right-itudine, droit-itudine – anteriormente alle distinzioni morale/diritto/economia/conoscenza: l’albero si giudica-conosce dai frutti ossia per imputabilità, anzitutto premiale. Porre l’imputabilità come anzitutto premiale decide il senso dell’imputabilità: un senso ancora debole nel Diritto statuale detto abbreviatamene “Stato”. Lo Stato è anello debole, sempre a rischio di estinzione (di “estinzione dello Stato” ha scritto Lenin).
Che una conoscenza per fructus preceda la conoscenza per causas.
La conoscenza per fructus non è Teoria come lo è invece quella per causas della Scienza. La Teoria resti confinata nella Scienza, condizione affinché questa abbia l’amicizia del pensiero, la cui scientia è iurisprudentia (consistente e innocente). Fuori dalla Scienza, dai cui limiti è pericoloso uscire, la Teoria è presupposto o Ideale mortifero, e patogeno, perché rinnega e sostituisce il pensiero come facoltà legislativa-imputativa.
La verità è la proposizione giudicante che conclude un’imputazione: fuori portata per la Scienza, ma per ciò stesso suo criterio di demarcazione. …
Pubblicato sul sito www.culturacattolica.it lunedì 21 settembre 2009