“Tutto è già stato detto”:
non è vero!”:
è la peggiore delle credenze, dogmatismo senza dogma.
Oggi non terminerò questo articolo, il suo sviluppo è affidato al Simposio SAP di questo anno, La dogmatica del pensiero dopo Freud. E la psicopatologia.
Ero ancora molto giovane quando questo aforisma, pseudo-dogma e fonte del dogmatismo, mi si è posto di traverso, come impaccio ossia impedimento del pensiero, ma almeno sapevo che era un impedimento.
L’aforisma non è meno prepotente nella modernità di quanto lo fosse nell’antichità, ed è crescente fino a stupidizzante.
“Sacro” – non “santo” – è uno dei suoi nomi.
Designa il conservatorismo per tutte le stagioni:
è sempre accompagnato dal conservatorismo psicopatologico, designato dall’espressione “sono fatto così”, pato-ontologia della vita quotidiana.
É l’aforisma della Storia come inadempienza, anzitutto in cinque parole nei loro concetti:
pensiero, amore, guarigione, economia, diritto, in breve soddisfazione.
Gli psicoanalisti sono inadempienti quanto alla guarigione, non perché lasciano a desiderare quanto al risultato, bensì perché restano inibiti quanto al suo concetto:
Lacan si è spinto fino al sarcasmo osceno quando ha scritto “ ‘guarire’ mi fa ridere” (“ ‘ guérir’ me fait gai-rire”).
La parola “giustizia” è sempre stata uno dei nomi dell’inadempienza per essere stata distinta dal diritto, ossia per non essere stata impiegata come uno dei nomi del regime giuridico dell’appuntamento, o della soddisfazione che è impensabile senza l’universo (il “principio di piacere” è un principio, principio costituzionale).
L’ordine giuridico del linguaggio – cui lavoro e così i miei Amici, il linguaggio come nomi di atti e non di cose – non è mai stato detto da alcun filosofo o linguista, meno ancora psicologo, a partire da Platone, che ne ha anzi dogmaticamente proibito il pensiero).
Il Geschehen o accadere distinto dal Werden o divenire non è mai stato detto, semmai disdetto dai Greci e inaugurato da Freud.
lunedì 27 ottobre 2014
Pubblicato su www.giacomocontri.it