come narcosi del principio di non contraddizione.
(Segue da ieri.)
L’Autore dell’articolo citato ieri, Emilio Marrese, è bravo nel riferirci un passo perverso, quello dell’editorialista Katie Roiphe sul “Financial Times”:
premesso da Marrese che “La conseguenza più diretta dell’inflazione da stress da tempi moderni [dunque la sinonimia di stress e angoscia è già scontata] è il proliferare di teorie (occidentali) delle sue virtù benefiche, fino ad eleggerlo, addirittura, a stile di vita”, segue Katie Roiphe:
“É uno stato della mente [lo stress], un’atmosfera. C’è una vitalità speciale dell’ansia, una sorta di energia nervosa che non si può esattamente dire che sia divertente, ma nondimeno è leggermente assuefacente e fertile. Mia madre in uno dei suoi romanzi descrisse la scena di una donna talmente felice, sulla spiaggia con il marito e i figli, da scrutare continuamente l’orizzonte in cerca di squali”.
Brava la madre-scrittrice a descrivere tanto bene l’angoscia sorgente a ciel sereno, e la ricerca di squali (la rovina, la distruzione) come sedativo cioè soluzione dell’angoscia.
La figlia Katie non segue la madre-scrittrice, fino concludere:
“Gli squali, sono arrivata a capire solo ora, fanno parte della felicità”.
Segue “naturalmente” la sinonimia di paura e angoscia, che Freud aveva differenziato (A non è non-A).
I felici guerrafondai di oggi hanno cambiato look.
Ma almeno anche la perversione confessa:
di essere una soluzione all’angoscia (che altri pagheranno perché l’economia esiste).
lunedi 14 aprile 2014
Pubblicato su www.giacomocontri.it