Ma perché ridevamo davvero divertiti, senza essere stupidi, per una battuta davvero stupida come questa?:
– Che cos’è una banana? (pronuncia: ba-nana).
– É una ba-donna ba-piccola ba-piccola!
Qui c’è qualcosa da scoprire.
Al Liceo eravamo in gara permanente su chi inventava i peggiori e più stupidi strafalcioni in latinorum:
e i nostri Prof., spesso buoni latinisti, apprezzavano anzi partecipavano:
ricordo un magnifico “vene huc” diventato il soprannome di un compagno
(ma ormai passato a una comicità aristocratica, perché oggi quasi nessuno capirebbe che c’è qualcosa da capire).
Che cosa c’è di spiritoso nella stupidaggine coltivata?,
– o nella bestialità, che non esiste perché le bestie non possono essere tanto … bestie:
per questo non discendiamo dalla scimmia, neppure se avessimo documentazione fotografica della discendenza evolutiva naturale:
la stupidità prova la mia trascendenza con successione biologica sì ma non animale:
a Darwin questa distinzione non è venuta in mente, ma neppure la sua negazione -:
nulla, salvo la sorpresa per la scoperta della stupidità come tale, compresa la finta stupidità del volere far ridere con simile robaccia linguistica.
Ci si è messo anche J. Lacan con l’amour diventato l’amur, in italiano l’amuro invece di l’amore:
di mezzo c’è quello stupido “oggetto a” (rimasto non capito) che ci stupidizza:
ne parlo da tempo senza lacanizzare.
Un tempo qualcuno si sarebbe divertito a scrivere “l’a-canizzare”, come per esempio Elvio Fachinelli che una trentina di anni fa sull’Espresso scriveva:
“Mena Lacan per l’aia
Giacomo Contri analista:
prima che sian migliaia
sparagli a vista”,
il che è press’a poco quello che è successo:
Elvio era un amico, il che documenta la contraddizione di questa parola, in cui ho avuto molti forse troppi amici:
ho cercato di dare soluzione alla contraddizione per mezzo del legame sociale di Amici del pensiero come mediazione per l’univocità, e possibilità, di amicizia o amore.
Ma la battuta proprio stupida ci fa bene anche perché ci riporta all’ … origine, all’origine stupida, stupidizzante-stupefacente, dell’errore-insulto patogeno, quello ci che ha fatto perdere la testa, in-amurare, e quindi ammalare:
tutti inamurati.(non tutti siciliani, benché anche questi siano inamurati come tutti).
La condizione della guarigione è:
“Ma che stupido sono stato!”
con scoperta della stupidità:
aver perso la testa per furto del tempo di pensare (vedi “Amor, ch’a nullo amato …”, 6 novembre).
La guarigione lo è dalla demenza, parola con cui E. Kraepelin designava la schizofrenia o una forma di essa (dementia praecox), denominata coltamente da Freud “narcisismo”, o l’amuro, spinto da taluni fino all’amuro di Dio:
ma c’è una demenza precoce precedente la schizofrenia, e universale, quella che segue istantaneamente l’inganno amuroso:
essa non è primaria (schizoparanoide o depressiva come è stato detto, cioè l’errore di M. Klein), è secondaria all’inganno amuroso benché precoce:
ecco il trauma.
L’origine stupidizzante è nell’esperienza di ogni bambino, quella del ricatto amoroso che lo ha fatto inamurare (madre-bambino, padre ideale).
La vera superbia è resistenza alla verità, non a “La Verità” stupidizzante-stupefacente, ma alla verità “Che stupido sono stato!”:
superbia che passa dal tentatore al tentato:
stupida non diabolica superbia.
Questa superbia è la medesima del “peccato originale” seguito alla tentazione originale:
“Sarete come Dio”:
che è lo stupido nonnulla grammaticale che ha fatto perdere la testa, il futuro semplice sostituito all’indicativo presente già stabilito dalla Bibbia:
“Siete come Dio”:
un nonnulla che ha sostituito una Istituzione del pensiero con un’altra (vedi “La comune degradazione”, 7-8 novembre).
Il “Diavolo” non è affatto intelligente (stupidi che siamo a crederlo),
e nemmeno originariamente cattivo:
semplicemente ha buttato lì un’idea stupida (come quella della ba-nana: capita), solo che poi ci si è fissato incurabilmente (la freudiana “inaccessibilità narcisistica” della psicosi).
L’inferno è l’insieme degli inamurati, convento asociale degli amici di gruppo.
Da “siete” a “sarete” è il parricidio inteso da Freud:
l’erede abdica all’eredità ossia al diritto per rivendicare diritto.
Non c’è diritto al diritto, così come non c’è diritto all’amore, né bisogno di amore con la sua stupida domanda d’amore:
l’amore, come il diritto, si tratta di porlo, e riporlo volta a volta, producendo regime di appuntamento fruttifero, ossia producendo eredità progressiva non regressiva, cioè eredità dove non ce n’era, come new deal economico.
La povertà – noetica o psichica e materiale – è diabolica.
Milano, 10 novembre 2009
Pubblicato su www.giacomocontri.it