Il pensiero del regime dell’appuntamento rimane una rarità nella storia della Civiltà – malgrado la non immotivata presenza di questa parola nella lingua –, sempre compromesso da guerra, delitto, corruzione, menzogna, patologia, tanto familiari alla Civiltà stessa fino a una sottaciuta tolleranza (negata dallo scandalo della moralità ipocrita):
tanto familiari anche all’economia, che se ne é fatta una ragione classificandoli tra i costi accanto ai beneficî insieme alla povertà.
Esso ha un affetto, la pace, sempre concepita come un trattato (anche con il vicino) e non appunto come un affetto, una forma in atto come quella variabilissima della mano in moto, non cadaverica o paralizzata:
“affetto” significa forma (o “vita”) del pensiero.
Il concetto di legge di moto – il pensiero stesso – rimane primario.
Domani vorrei accennare ad alcuni tra gli antecedenti illustri del pensiero dell’appuntamento, sostitutivi già nell’essere antecedenti.
mercoledì 21 settembre 2016
Pubblicato su www.giacomocontri.it