11° SEDUTA – CONCLUSIONI

Seminario 1995/1996
“VITA PSICHICA COME VITA GIURIDICA 2”

 

 

I momenti in senso cronologico di questa scuola, il numero di ore, sono molto limitati. Il resto si svolge tutto al di fuori di questi frequenti momenti. Il che significa che questa Scuola senza alcun dubbio supera le 300 ore che il Centro Universitario Nazionale pretende.

Per quanto riguarda il nucleo di concetti cui ci stiamo attenendo questa sera, da Cristina Musetti è stata giustamente messa a fuoco la parola precocità rispetto alla psicopatologia infantile, a proposito dell’idea che non c’è psicopatologia infantile: la nevrosi è adulta, la psicosi è adulta, la perversione è adulta. Ma allora noi conserveremo o no l’idea della psicopatologia precoce? Mi schiero per il mantenimento di questo concetto e parola. Quello che abbiamo delineato con psicopatologia precoce, o handicap psichico, è la psicopatologia non-clinica in quanto passaggio possibile al piccolissimo, senza clinicità. L’idiot savant non è un caso di partenza.

L’umiliazione del perverso di lungo corso, di lunga carriera, che crede di averne fatte di tutti i colori, è di essere stato anticipato da un bambino di 3 anni, in tutte le sue possibilità. La psicopatologia precoce o handicap psichico è la contestazione della perversione per uguaglianza, per identità. Era già tutto lì. La perversione non inventa niente. E usando una parola tipica della storia delle scienze, non “ricerca” niente. Non esiste una “ricerca” perversa. Non si può dire nel mondo della “ricerca” che esista una ricerca nella perversione.

Insistendo sul fatto che “scienza” vuole dire “prevedibilità, predicibilità”, noi siamo partiti bene dal partire dicendo che la nostra scienza non è la scienza della storia delle scienze, scienza essendo. La guarigione, scienza essendo prevedibilità o predicibilità, è la sola cosa, che nei suoi comportamenti non sia predicibile. Non solo non è predicibile la guarigione, ma non esiste una condotta terapeutica di cui si possa dire che essa curerà, per la semplice ragione che è il soggetto che ci si deve mettere. La guarigione, come risultato, nelle sue conseguenze, ossia nelle sue condotte, non è predicibile. È anche un modo per dire che il solo uomo, donna compresa, non noioso è il guarito. Altrimenti siamo tutti dei noiosi. Basta leggere la letteratura.   …

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Pronunciato il 19 aprile 1996
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016