Seminario 1993/1994
“NORMALITÀ E IMPUTABILITÀ NELLE QUATTRO PSICOPATOLOGIE”
Un brevissimo commento che serve solo come anticipo a qualcosa che verrà dopo. Ma intanto mi permetto un commento a Io sogno. In effetti — osservazione accessibile a chicchessia — noi non possiamo dire Io sogno. Non è una correzione di quanto detto da Malagola. È una mia aggiunta. Noi, ed è una semplice constatazione, non possiamo dire: io sogno. Noi possiamo solo dire: io ho sognato, dopo che abbiamo sognato. Ossia, che la facoltà del sogno, cioè del pensare nel sonno, è data.
Invece, un anticipo a qualcosa che dopo si dirà è questo, su ―diventata signorina‖. La cosa riguarda il trauma. Il trauma dov’è? Su “signorina”. No. È un tantinello riduttivo, specialmente se si aggiunge la solita idiozia della signorinella, quelle cretinate da quattro soldi. Ma aldilà della cretinata da quattro soldi, della piccola umiliazione dell’avere dei genitori così cretini, — che poi vuol dire questo — il bambino fino a lì, la facoltà di giudizio del bambino a identificare come cretino un cretino è una facoltà che è data, come la facoltà di sognare.
Il trauma — e io penso dovreste ricordare cosa diciamo del trauma; il trauma è la menzogna, non è avere passato la guerra, avere visto le bombe, avere visto papà e la mamma cosa fanno nella stanza, l’avere visto papà che avvelena la mamma e la mamma che dà il cianuro a papà… Non è questo il trauma patogeno. Non è neanche il cianuro. Il trauma è una menzogna, una menzogna che uccide la facoltà del giudizio. Per questo il trauma è nel “diventata”: perché è un falso in atto d’ufficio e che, un po’ in tutti i soggetti, ma nel bambino in modo palese, uccide la facoltà di giudizio, ossia di continuare ad asserire ciò che sa già. Perché “diventata signorina” significa il falso dell’affermazione: “prima non lo eri ancora”.
Prima lo era già! Chiamatela signorina, donna, femmina o tutti i sinonimi che potete trovare. Quindi è un falso che massacra la facoltà di giudizio. Ecco il trauma del “diventata signorina”.
Mariella Contri
Vorrei dire una precisazione su quello che hai detto: non si può dire ―io sogno‖; si può dire “io ho sognato”. …
Pronunciato il 3 marzo 1994
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore