14° – MATURITÀ INIZIALE E PEDAGOGIA

Corso 1995/1996
“UNIVERSITÀ”. RI-CAPITOLARE

 

 

Ho motivo di ringraziare il prof. Vico. Grazie.

La domanda al Prof. Vico era che disegnasse per noi, ovviamente a schizzo — e uno schizzo può valere più di tante lezioni — sulla pedagogia. Immaginiamo che questo schizzo lo abbiamo trovato su un articolo, su un pezzo di carta: schizzo mirabile, è perfetto. Noi abbiamo ottenuto come risultato di lavoro precisamente l’opposto di tutto ciò che noi andiamo dicendo. È un pensiero che non potete avere fatto. Per questo grazie al Prof. Vico per averci detto che cosa è questa cosa che si chiama “pedagogia”. L’ha fatto molto bene, anche con tutte le scelte lessicali pertinenti: l’interazione, etc. Meglio di così non poteva essere.

Capisco che c’è un filo di ironia in quello che sto dicendo: non è ironica la mia intenzione. In questo caso è un’ironia in re, nella cosa stessa.

Una seconda osservazione è che penso sia venuto il momento di fare una correzione perfezionante della nostra formula. Il significato è lo stesso, ma l’esplicitazione diventa maggiore se non massima.

Noi scriviamo S—A e al piede di A mettiamo la lettera u, iniziale di “universo”. E fin qui S e A le scriviamo grandi uguali per significare che anche l’Altro è un Soggetto esattamente come il primo, la differenza è quella dei posti, etc.

Al posto di A con indice u, fate l’inverso: U con al piede A. È l’universo di tutti gli Altri.

Allora, si esplicita che la relazione delle due frecce, una sopra e una sotto, sono la relazione; — sono due lavori, sono due azioni, dell’uno e dell’Altro — la relazione, il rapporto è con l’universo in quanto tale. Si chiama anche realtà. Dopotutto per noi la parola realtà ha lo stesso significato che ha la parola polenta o la parola pizza: è banale ed è indigesta. Anzitutto, per l’intelletto.

Già dire che la realtà è l’universo di tutti gli Altri esce da tanti fumi filosofici a proposito della realtà.

C’è poi la sfumatura cui ho alluso circa la grandezza tipografica della lettera “A”. Nel primo caso la scritta era uguale; nel secondo caso, dato che la parola universo evoca qualcosa di forzuto, bisognerebbe scriverlo più grande o no? La mia risposta è no: l’universo e il soggetto singolo hanno la medesima dimensione.  …

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Pronunciato il 1 giugno 1996
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore
I testi relativi agli interventi di questo Corso sono stati raccolti nel volume «Università». Ri-capitolare, Sic Edizioni


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Data di pubblicazione: 05/06/2016