Introduzione
Do l’avvio al simposio approfittando di una esperienza lievissimamente spiacevole e recente, ossia per un’infiammazione al timpano sinistro, risolta, ho sofferto di una momentanea ipoacusia, detta anche sordità, lieve però fastidiosa; infatti sono subito stato meglio non appena è passata.
Ne approfitto per osservare che il nostro tema di quest’anno a mio avviso è un approdo, un approdo di più di vent’anni: io stesso che l’ho proposto, quando durante le vacanze mi si è formato nella mente, lì per lì ne sono stato sorpreso. Mi sono anche confrontato con alcune persone per non commettere un errore e, andando avanti, ne ho visto il carattere non solo ingente ma nuovo. Ebbene, rispetto a questo argomento che riguarda tutto e tutti a ogni livello, vorrei che voi stessi registraste che c’è in voi una certa ipoacusia: a questo tema il timpano non vibra molto, vi invito a riconoscerlo, chi più chi meno.
Questo tema è ricapitolativo, riassuntivo, compendiante tutto ciò che ci riguarda – ivi compreso il dormire e il mangiare –, che riguarda le nostre vite personali nel modo più longitudinale e trasversale, verticale, così come riguarda, se solo leggiamo i giornali o il telegiornale, i poteri pubblici: quello che vedo, leggendo due giornali al giorno, è che appena vista la prima pagina, o sentito un telegiornale, mi dico che nel governo o nell’opposizione, nel parlamento non c’è più nessuno che può niente, altro che combattere i poteri forti!
Chi può? Ecco, noi abbiamo iniziato il lavoro di quest’anno, a partire dal titolo, da una asserzione: non “Chi può?”, ma “Chi può”.
Dove c’è Chi c’è potere e questo potere è negletto più che represso in tutti i tempi, anche represso, ma soprattutto negletto; è importante la distinzione, l’accento non è mai sulla repressione nemmeno nei regimi più infami. …
Pubblicato su www.studiumcartello.it
Pronunciato il 12 dicembre 2015 con Altri
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore