3° SEDUTA – GIULIETTA E ROMEO

Seminario 1995/1996
“VITA PSICHICA COME VITA GIURIDICA 2”

 

 

Vi suggerisco di servirvi di Giulietta e Romeo di Shakespeare come fosse un libro di testo nella sezione «psicopatologia» (ancora più dell’Aiace e dell’Edipo Re).

Introdurrò questo esempio con poche frasi e brevi commenti, solo per mostrare la presenza, ad esempio, dell’autismo. Romeo domanda a Giulietta:

«Per che cosa devo giurare?»

Si sa che non ha senso giurare su qualcosa che non sia esterno da sé, ma la risposta di Giulietta è:

«Non giurare affatto, oppure se proprio devi giurare giura sulla tua cara persona che è il dio idolatrato dal mio cuore e io ti crederò»

Questo caso non si dà all’infuori dell’«autismo»: l’autismo è giurare sulla propria persona, il non avere rapporto con un riferimento esterno, perché anche giurare è atto giuridico. Il nostro udito è subito ricattato da «cara», riferito a persona, perché ci diciamo: «Ma come? È autistico il chiedere di giurare sulla cara persona?». Quante volte abbiamo affermato che non esiste amore verso qualcuno per se stesso! Chi lo afferma o è già psichicamente in difficoltà o è un imbroglione. Dio stesso non ama le sue creature per se stesse, ma per ciò che sono suscettibili di diventare; altrimenti ci sarebbe soltanto la forca. È la suscettibilità – solo una legge di movimento – ciò che consente di ammettere che l’amore è possibile. Infatti, la tesi di Giulietta e Romeo è che l’amore non esiste e che, nell’innamoramento, tutto diviene catastrofe, dramma del non individuare neppure più la possibilità dell’esistenza di un significato e di un senso reale della parola «amore», che non sia quello dell’innamoramento. Freud ha trovato che ciò si chiama anche «identificazione». C’è opposizione, benché non ancora radicale, fra amore e innamoramento.

Nel primo dialogo fra Romeo e Giulietta c’è un passaggio in cui si parla di peccato, ma è del tutto ovvio che quel celebre peccato che piace tanto ai confessori, Giulietta e Romeo non lo commettono mai: rigorosamente, nel bene e nel male, non combinano assolutamente niente.  …

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Pronunciato il 1 dicembre 1995
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016