3° SEDUTA – TIPOLOGIA DELLA PSICOPATOLOGIA

Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”

 

 

La serata vedeva e vedrà come parlanti, come relatori nell’ordine Pietro R. Cavalleri e Raffaella Colombo.

Trovo solo opportuno rammentare il disegno del lavoro di quest’anno che è rifare — ex novo, ma rifare — il Corso di Psicopatologia di sette anni fa che proprio così si chiamava.

Per questa sera ancora si tratta di generalità o di concetti introduttivi. Dalla prossima volta si parlerà dei tipi patologici, che è una parola importante per noi perché abbiamo già detto che solo la patologia è tipica.

So bene che nella lingua corrente capita di dire di qualcuno che quello “è un bel tipo!”. Oggi come oggi, se a me dicono che sono un bel tipo, me la prendo, perché una volta che si è un tipo, bello o brutto non fa nessuna differenza. Anzi, se è bello vuol dire che è più mistificatore di quello brutto. Ciò è importante.

Coloro che hanno un po’ masticato, non dico la psicologia (che Dio li perdoni…) ma la storia della psicologia, sanno e ricordano che la psicologia è iniziata un secolo fa all’incirca, ed è cominciata “tipologica”, con la classificazione degli umani per grandi tipi e in questo una serie di teorie ed autori non hanno fatto altro che seguire, con versioni di tipologie proprie, il pensiero tipologico, ossia patologico, che sta all’inizio della storia della psicologia. Jung è tipologico, la Klein è tipologica: le due posizioni sono due tipi. Noi diciamo che nel normale esiste solo la varietà. Dire tipologia e dire la frase qui più volte criticata L’uomo nasce malato è una sola cosa.

Se mia moglie dice in società “È un bel tipo, mio marito” divorzio. L’idea è questa: c’è lo spunto. O della separazione per colpa, con gli alimenti.

Dunque, il nostro motto, da riprendere ogni giorno, perché poi ogni giorno in ciò si fanno i propri errori, una delle versioni del nostro motto potrebbe essere Bada a come parli. Non ha bisogno di essere minaccioso, con il pugno brandito: è il mio motto come se mi scrivessi una frase di Giobbe sul muro per ricordarmela. Avevamo già detto che Giobbe è il nostro santo. La frase, il mio memento quotidiano è Bada a come parli.  …

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Pronunciato il 30 ottobre 1998
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016