4° – COMMENTO

Corso 2002/2003
ENCICLOPEDIA DEL PENSIERO DI NATURA

 

 

Una parola mia, poi fuggo e lascerò la parola e il posto a Maria Delia Contri per i minuti che ci sono.

L’espressione più ristretta che trovo per riassumere anzitutto a mio uso il lavoro così tanto condensatosi questa mattina, l’espressione, la formula è questa: che in Dante è tutt’uno, è una cosa sola, inestricabile, lo scarto, come dicevamo “la pietra scartata”, del pensiero di natura e del pensiero di Cristo. Mai prova migliore, se bisogno ve ne fosse, dell’asserzione già di anni che il pensiero di Cristo è il pensiero di natura. Farò subito una breve aggiunta sulle tre varianti, tutt’altro che indifferenti.

Ma prima un intermezzo per fare osservare ciò che qualcuno avrebbe potuto osservare da solo, altri avrebbero osservato forse dopo, una delle novità dell’anno in corso, ingente novità, e in questa mattinata particolarmente vistoso, reso ormai vistoso, riguardante la Scuola Pratica di Psicopatologia. Diciamo che se avessimo finalmente scritto il promesso Trattato di Psicopatologia , ora siamo a una novità che ancora un anno fa non era così chiara: che questo Trattato di psicopatologia prima di parlare della clinica — nevrosi, psicosi, perversione — sarebbe un trattato che in modo avvolgente della precedente vi parlerebbe di Dante, vi parlerebbe di Sofocle, vi parlerebbe della storia della filosofia, vi parlerebbe della psicopatologia come invasiva nel compromesso, compromesso patologico, l’intera storia personale e l’intera storia umana. È questo il Trattato di psicopatologia, la competenza psicopatologica in psicopatologia. Ecco perché io stesso sono in attesa, e particolarmente curioso, di sentire anche altri di noi che terranno i loro corsi. Glauco Genga, Alberto Colombo, il prosieguo di Raffaella Colombo e M. Antonietta Aliverti, Gabriella Pediconi (è sempre uno sbaglio fare dei nomi, perché poi si trascurano gli altri).

Esclusione, ma poi subito congelamento, del pensiero di Cristo-pensiero di natura, del pensiero di natura-pensiero di Cristo. È del tutto ovvio che se vi fosse stata una qualche presenza del pensiero di natura in quel tale che è stato denominato con quei due nomi, si sarebbe già individuato che dopo tutto la critica del modello universitario e degli esami universitari a Dante in fede, speranza, carità, l’avevano già fatto in forma esplicita le parole di Cristo quando dice: «Non chi dice “Signore, Signore”…».  …

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Pronunciato il 14 dicembre 2002
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016