Corso 1994-1995
A NON È NON A
Non abbiamo fatto un programma come si fa all’università, si tratta di inventare gli interventi dei prossimi incontri. Noi lavoriamo così.
Mi è stata riferita l’idea che il giudizio è un atto. Ecco uno spunto che potrebbe essere introdotto per la prossima volta.
Il pensiero: la grazia della natura
Il pensiero è singolare: lavora sempre e ad abundantiam. La sorpresa deriva dal fatto che si attenderebbe che ci fosse una fatica: lavorare stanca, ed è vero, senza concezioni melanconiche del lavoro. Qui però ci troviamo di fronte al pensiero che opera sempre, ma senza spesa, cioè gratis. Il pensiero è il caso della grazia nella natura. Al che si contrappone in modo vistoso che la psicopatologia è sgraziata, fuori grazia.
L’ineffabilità
In alcune conversazioni si è nuovamente affacciata la parola «ineffabilità», che giudico senz’altro una tentazione: la tentazione che ci sia un qualcosa che non si arriva a dire. Se tra due che si amano, uno dice: «Ti amo tanto che non so dirlo», quella storia d’amore non andrà molto bene. Ma c’è di più. L’amore sarebbe quel tale fondo che avrebbe qualcosa di ineffabile. L’idea stessa che l’amore di Dio è «così tanto» da essere ineffabile, mi puzza: questo Dio così informe è il petrolio.
Semmai: la lingua non è tutta fatta; così come il pensiero è lì a fare, anche la lingua è da fare.
Voglia e volontà
A quanto mi risulta non è stato osservato che una dottrina corretta intorno alla volontà dovrebbe riguardare l’identità concettuale e pratica di volontà e voglia, essendovi già identità etimologica. Tutta la nostra cultura ha comportato la distinzione di voglia/volontà e ha mancato il giudizio che questa distinzione è un dato patologico della storia dell’umanità.
Gli affetti, in quanto forma del discorso, sono il colore del fatto che qualsiasi cosa noi diciamo è teoretica. Non esiste il caso del dire non teorico, ossia del «non è un costrutto». Semplicemente esiste il costrutto buono/non buono, normale (ossia guarito)/patologico. Se io mandassi una cartolina a uno di voi: «Ti penso e ti amo», qual è la vostra reazione e anche il vostro affetto? …
Pronunciato il 17 dicembre 1994
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
I testi relativi agli interventi di questo Corso sono stati raccolti nel volume A non è non A, Sic Edizioni