Corso 1996-1997
ISTITUZIONI DEL PENSIERO LAICO: L’ESPERIENZA GIURIDICA
Sarebbe interessante sapere se tra i ventimila casi di D’Anna, citati dal professor Cusatelli, è contemplato un caso di incesto, perché la soluzione di Hartmann è infinitamente più perfetta di quella che incontriamo nella casistica. Egli affronta il caso dell’incesto con un metodo assolutamente esente da attrizione o senso di colpa. La ragione è semplice. I due amanti convengono che in quanto hanno fatto o stanno facendo c’è un bonum: nel loro amarsi non vi è nulla di moralmente colpevole e ciò esclude qualsiasi senso di colpa. La soluzione di Hartmann aiuta dunque a cogliere il senso dell’esperienza incestuosa e a elaborarlo fino in fondo. Per lui la penitenza non è tanto punizione quanto elaborazione. Mi pare che un simile pensiero, nella storia della civiltà occidentale cattolica, rappresenta più l’eccezionalità che la rarità.
Giorgio Cusatelli
Per quanto concerne l’incesto, voglio innanzitutto ricordare che questa tematica è al centro della storia greca di Edipo. Anche se si suol dire che non ci sia stata circolazione dei testi greci fino all’avvento dei Bizantini nel XIV secolo, in realtà i testi greci circolavano nella forma di compilazioni latine né si è mai verificata nel Medioevo la morte totale della grecità; senza contare che il mito di Edipo è presente nei classici latini. Questo breve ricordo filologico, ci permette di sospettare che il caso di Edipo abbia costituito un antecedente. Anche a me sembra che dal Gregorius sia effettivamente assente il senso di colpa. I ventimila casi di questo gesuita sono così numerosi che proprio la maggior parte dei casi a matrice sessuale non è stata studiata. Nel suo bellissimo libro, Miriam Turrini, a cui stanno a cuore i rapporti tra individuo e Stato moderno, ha operato una campionatura sulla base degli esempi concernenti il mancato pagamento delle tasse.
Posso citare un caso di evasione dalla tematica sessuale per ragioni di moralismo: è il caso degli atti del processo di suor Virginia di Leyva, utilizzati da Manzoni per l’episodio della monaca di Monza. In questa casistica viene dato rilievo a un aspetto squisitamente artefatto: ci si chiede se, in termini di diritto canonico e di etica, vada riconosciuta legittimità al fatto che fosse il famoso Ozio, il seduttore, ad andare al convento (se cioè suor Virginia ricevesse, con scandalo, il suo amante in convento) o se fosse lei ad andarlo a trovare in casa sua. …
Pronunciato l’ 8 febbraio 1997
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore
I testi relativi agli interventi di questo Corso sono stati raccolti nel volume L’ esperienza giuridica, Sic Edizioni