Chi ha visto la bellezza?
Maria Delia Contri
La grande bellezza?
Giacomo B. Contri
No, non La grande bellezza.
Chi ha visto la bellezza? Io sì.
Cosa potrei dire? Cominciamo con il non facilissimo testo di Mariella, ma forse potevo stare zitto.
La parola a Mariella.
Maria Delia Contri
Sai, a proposito di bellezza, c’è chi ha scritto – cito a memoria perciò potrei non essere precisa –: “Ho visto la bellezza, l’ho fatta sedere sulle mie ginocchia e l’ho trovata laida”.
Giacomo B. Contri
Questa frase fa schifo.
Angela Cavelli
La poesia dice: “L’ho trovata amara”.
Maria Delia Contri
Sì, è vero. “L’ho trovata amara”. Chissà perché l’ho tradotta in laida?
Giacomo B. Contri
C’è una cosa da imparare: quali cose non si dicono più.
È un passaggio fondamentale nella vita: quali sono le frasi che non si diranno più. Ecco, questa è una di quelle.
Maria Delia Contri
Comunque il mio è un lapsus perché sono passata da amara a laida; io avevo in testa laida, invece nel testo originale è amara.
Nel testo che ho presentato questa volta – ho avuto molto meno tempo di elaborarlo, dato che c’è stato uno spostamento di data e quindi pochissimo tempo tra un testo e l’altro – ho sfruttato il testo di Edgar Allan Poe La lettera rubata, anche perché mi permetteva di rilanciare il tema della donna, cioè della differenza sessuale, oltre che di riprendere una certa critica – anche se nel testo non viene esplicitato –, e mi riferisco all’elaborazione del testo di Poe che fa Lacan, che poi è anche ripreso da Derrida, in quanto in ogni caso questo racconto è trattato come costrutto sostanzialmente giuridico, costrutto di una certa forma di relazione.
Ogni narrazione è un costrutto artificioso di una certa forma di relazione: anche quella frase sulla bellezza di Rimbaud che prima citavo («Una sera feci sedere la Bellezza sulle mie ginocchia – E la trovai amara – E l’ingiuriai») è un costrutto di una relazione, certamente non di una relazione d’amore, se per amore si intende ciò che Freud dice in Pulsioni e i loro destini, ovvero che l’amore è la relazione dell’Io con le proprie fonti di piacere.
Allora, che relazione è quella in cui io dico o qualcuno dice “Mi sono messo la Bellezza sulle ginocchia e l’ho trovata amara”? Cioè non è stata fonte di piacere, ma è stata fonte di dispiacere.
Giacomo B. Contri
C’è un’altra possibilità.
Potrebbe anche essere che Rimbaud un certo giorno si è messo sulle ginocchia una che aveva il tifo, il colera, una brutta, con una gamba sola, pensate pure al peggio… può anche darsi; ma se anche fosse, una volta diventata una frase, nel suo caso scritta in un libro (in una lettera, su un muro etc.), questa è una frase per tutti, cioè universale.
Potrebbe anche non avere messo nessuna sulle sue ginocchia, ma comunque Rimbaud con quella frase è un perverso.
Una frase: come si dicevano una volta “voce dal sen fuggita”, chi lo diceva?
Pronunciato il 27 maggio 2017 con Altri
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore