Corso 2001/2002
UN’IDEA SEMPLICE. LA PIETRA SCARTATA. IL PENSIERO
Il terrorismo dell’angoscia che si pietrifica
ossia quando principio di piacere versus amore
Quest’anno, lo possiamo dire, abbiamo fatto almeno a tratteggio il giro del mondo: le commedie.
Però non è questo il momento di trarre conclusioni, né di aprire prospettive per l’anno venturo. A questo scopo abbiamo la giornata di fine anno, sabato prossimo qui.
Il pensiero di natura è quello che corrisponde ad esempio a una frase come: «L’ho fatto con tutta l’anima» o «Ci ho messo l’anima». In piccola parte anche l’anima di Aristotele, intellettiva e poi qualcosa d’altro ancora. Da parte nostra vengono alcune correzioni, ma è quella.
Fra un istante dico ancora cos’è il pensiero di natura in un altro modo. Ma prima è bene, e non ci si arriva subito, osservare — non è esatto: a osservarlo non ci arriva nessuno; scoprirlo sì — scoprire, dopo di che lo si osserverà, che tutto questo, anzitutto è facile. Frase che contrasta la nostra più comune esperienza, perché tutto è diventato difficile. Si tratta di scoprire, e dopo osservare così facilmente, come con la mano sinistra, che il difficile è il difficile in tutti, di osservare le verità lapalissiane. Il libro Il pensiero di natura è veramente inaugurato da quella osservazione lapalissiana: mio papà e mia mamma prima di conoscersi non si conoscevano. Dopo di che uno passa la sua vita fino alla bara, anzi oltre la bara, perché questa sordità e cecità la trasmetterà ai figli, senza avere neanche osato affacciarsi sulla lapalissiana verità che mio papà e mia mamma prima di conoscersi non si conoscevano. Donde le nostre patologie. La difficoltà è tutta qua, a scoprire, anzi a pensare che papà e mamma prima di conoscersi non si conoscevano. Non c’è altra difficoltà. Una verità che neanche è una Verità: è lapalissiana.
Ciò vale anche per tutto il resto. …
Pronunciato il 22 giugno 2002
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore