Possiamo cominciare. Non volevo cominciare finché non avessimo fra noi l’Italia, l’Italia rappresentata da quella regione che si chiama Sicilia, insomma non volevo cominciare finché Maria Campana non fosse stata qui. Eccola, bene. Anche se io sono diviso fra la Sicilia e Napoli. Sono indeciso, lo sarò per tutta la vita.
La volta scorsa mi sono accorto solo dopo, perché me l’hanno detto, che ho parlato troppo, ho parlato un’ora e mezzo. Bisogna impedirmelo, bisogna impedire questa esagerazione. Non mi sono accorto. Un conto è la censura, un conto è dire a uno che ha parlato troppo, senza bisogno di dare gli schiaffoni di cui parla il Papa: avete visto gli schiaffoni del Papa? Anche il Papa parla degli schiaffoni, e come diceva la madre di Lucia nei Promessi Sposi: “Quando gli hai dato uno schiaffo neanche il Papa glielo può togliere!”.
Ora abbrevio al massimo. Il dogma di oggi.
Dogma significa: “È così perché è così”, in questo caso “È così perché è così” trova fonte nell’individuo come tale, legislatore già da bambino: il principio di piacere – legislazione universale – lo fa lui.
Vedo che mi sto già allargando, ma sarà Mariella Contri a introdurci a un nuovo dogma, partendo dalla frase che “È l’autorità, non la verità, a fare la legge”, Hobbes, “Auctoritas, non veritas, facit legem”.
Questo ristabilisce tutti da capo i rapporti fra i pensieri, le cose: non si parte dalla verità, si parte dall’autorità e l’autorità autonoma. Pensate, autorità autonoma riconosciuta al bambino: è lui che introduce questa legislazione universale. È la sola legislazione alla quale obbedisco. Dopodiché questa legislazione, come fonte autonoma della legge, è in pace con ogni altra legislazione, sia essa quella del mio partner sia essa quella dello Stato. …
Pronunciato il 17 gennaio 2015
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore