8° – ANNOTAZIONI

Corso 2002/2003
ENCICLOPEDIA DEL PENSIERO DI NATURA

 

 

Come sempre delle annotazioni di cui da qualche tempo mi sono preso il compito.

Comunque faccio i miei complimenti particolari a Raffaella Colombo perché ho sentito delle cose nuove, decisamente taglienti.

Una prima annotazione è questa: che voi avete — ma non vedo perché non dire “noi”: ci sono dentro anch’io — una sola responsabilità. C’è il rispondere di qualcosa. Come si dice: nel giudizio, oggi, o nel giudizio universale, se ci sarà il giudizio universale, saremo giudicati solo di questo, di ciò di cui si è responsabili.

Di che cosa sono responsabile? Siamo responsabili soltanto della nostra nevrosi, che è il mezzo, l’apparato, il compromesso, la specie di pensiero compromessa, come si dice che una malattia ha compromesso un organo. È l’unico mezzo che noi abbiamo del genere “compromesso” che noi abbiamo come relazione con l’universo. Anche se perversi o psicotici, è sempre della nevrosi che si tratta.

Lo psicotico che va dall’analista non è analizzabile finché non avrà riconosciuto inibizione, sintomo e angoscia: la nevrosi. Quindi, non bisogna prenderlo finché non avrà riconosciuto questo. Allora si tratta una nevrosi. Il perverso verrà a raccontarci i suoi numeri perversi, ma non si riconoscerà, non riconoscerà alle nostre orecchie la propria nevrosi: non bisogna prenderlo. Allorché la riconoscesse, sarà analizzabile.

Non è più una meraviglia per me, ma in un certo senso lo è ogni volta, il constatare che in analisi è il punto della grande resistenza. Non acquisire il sapere della propria nevrosi, come relazione con l’universo. Non c’è la distinzione: vado a curarmi il mio privato e poi faccio studi per imparare qualcosa sull’universo.

Noi siamo delle enciclopedie ambulanti, dico sempre. Per il momento siamo delle enciclopedie nevrotiche ambulanti. Ho sempre denunciato la debolezza della parola “nevrosi” che intrattiene questo errore: “mi occupo del mio privato”.

A partire da questo momento potremmo parlare di felix nevrosi così come i cristiani hanno parlato di felix culpa. Ivi compreso il finalmente riconoscere la colpa distinguendola dal senso di colpa, in cui uno è capace di accusarsi di qualsiasi nefandezza a eccezione dell’effettiva colpa.  …

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Pronunciato il 22 febbraio 2003
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016