5° SEDUTA – CHE COSA È FREUDIANO?

Seminario 1999/2000
“L’EREDITÀ FREUDIANA NEL PENSIERO DI NATURA”

 

 

Giacomo B. Contri

L’altra settimana Alemani e io ci siamo trovati all’uscita dal Corso a mangiare un boccone con alcuni dei presenti e parlando di questa sera, in preparazione di questa sera, si è pensata una soluzione semplice.

Senza relazione, comunicazione alcuna da parte mia, io dico un La brevissimo e solo introduttivo per lasciare la parola a tutte quelle persone che erano a quello snaks che entrino nell’argomento come in questa stanza con ogni sorta di intervento, diciamo comunque nel senso solito lavorativo, del dare sviluppi al cantiere del nostro argomento. Adesso mi compiaccio di questa metafora: ogni argomento che si affronta dovrebbe essere sempre preso come un cantiere che ha un certo spazio e viene proseguito dai suoi lavoranti.

Lo stesso criterio vale per ogni presente, in particolare per chi era a quel tavolo.

Di mio posso farla davvero facile, facilissima, su un punto che non è rimasto facile per tutta la storia della psicoanalisi. Un punto che chiamerei tendenzialmente rinnegato dalla storia della psicoanalisi e su cui il mio stesso maestro Lacan ha corso i suoi rischi. Ma di Lacan parleremo poi.

Il punto risponde alla domanda: che cosa significa freudiano?

Tutto al contrario del dare a questa mia questione un seguito, un’ora, sei ore, alla Fidel che parla in piazza per 7 ore alle persone sotto il sole a picco — dov’è Mariella che ha ascoltato…?

Maria Delia Contri

Quante ore hai detto?

Giacomo B. Contri

Sette.

Maria Delia Contri

No, erano solo quattro.

Giacomo B. Contri

No, dai giornali è arrivato a sette.

Maria Delia Contri

No, quella volta che c’ero io erano quattro.

Giacomo B. Contri

Il che spiega perché sei ancora qui.

E invece no. Certo che la risposta che adesso do è una risposta che presuppone tanto, proprio tanto. E quindi la premessa della risposta che ora propongo è …, puntini, puntini.

È una forma intellettuale importante questa che adesso ho suggerito: i tanti puntini e poi una conclusione, a condizione di sapere poi all’occorrenza riempire i puntini e che i puntini non siano degli omissis. Qualcuno che ha un po’ masticato la psicoanalisi dovrebbe sapere che gli omissis hanno dei nomi e delle azioni contrarie precise.  …

Leggi tutto


Pronunciato il 4 febbraio 2000
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


Download

FileDimensione del file
pdf 000204LP_GBC1472 KB

Copyright © 2025 Raffaella Colombo - C.F. CLMRFL55B43Z133J
Copyright - Contatti - Tutela della Privacy - Cookie Policy


Credits


Data di pubblicazione: 05/06/2016