Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”
1°. «La ragazza»
Un aforisma introduttivo: la nevrosi è «la ragazza»; la psicosi è niente ragazza; la perversione è, non la ragazza con le calze, o altri indumenti, ma è le calze invece della ragazza.
La coscienza ingenua ci direbbe: ma come sarebbe? È contraddittorio: noi diciamo che la norma- normalità è Uomo & Donna, allora perché mai dire che la nevrosi è «la ragazza». Appunto: «la ragazza» non è la donna.
Per la patologia, distinta da quella che si osserva essere la malattia nel bambino, occorre l’adolescenza. Quando l’adolescenza è poco più di cinque minuti — ma ammettiamo anche cinque giorni, cinque settimane e per i più ritardati cinque mesi — allorché è qualcosa di più di un battito temporale di rapido consumo, allora l’adolescenza è il terreno di coltura della patologia, ossia «la ragazza», la distinzione fra «la ragazza» e la donna. Questo è un aforisma.
2°. Il motto di spirito
Noi diciamo che c’è una sola patologia, la nevrosi. Il solo dire questo è fare la storia di tutto il nostro secolo al riguardo. È esattamente ciò che è stato avversato. Psicosi e perversione sono dei destini possibili, nonché nefasti, della nevrosi. Dunque c’è una sola patologia: la nevrosi.
Ma è constatabile che il buon, antico, sano farmaco — e i farmaci come tali non sono sani — fino all’altro ieri esistente nei confronti della nevrosi, ed è un farmaco che quando è usato, consumato e fatto consumare, rende sano anche il nevrotico, non fosse che per quel breve momento, quel farmaco che è la battuta di spirito, il motto di spirito, la storiella, è ormai sconfitto da alcuni decenni. Potete constatare come constato io che la barzelletta, la battuta di spirito, quasi — e ammettiamo il «quasi» — non esiste più. Tutte le storielle che sentiamo raccontare hanno almeno venti, trent’anni di età. Può darsi che qualche volta ancora la barzelletta riesca a superare la censura, o che abbia ancora qualche inventiva.
Il motto di spirito — cui Freud dedicò un libro e in cui mancava e non poteva che mancare ciò che io sto dicendo, perché lo scriveva ben più di venti o trent’anni fa — è sconfitto. …
Pronunciato il 26 febbraio 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore