Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”
Ricordo che un po’ di tempo fa avevo fatto una critica della parola «grave», «gravità», un po’ come si dice che il cancro è più grave del raffreddore, della gastrite. E se qui noi possiamo parlare la stessa lingua: psicosi più grave, perversione più grave ancora, benché inapparentemente perché il nevrotico fa lo sgarzuolo, mentre lo psicotico no.
Direi che non c’è analogia. Gastrite-nevrosi, carcinoma gastrico-psicosi.
Piuttosto, direi che il grave della psicosi è che abolisce il giudizio di gravità, cioè che sta succedendo pur sempre qualcosa di serio. Si dice anche che una malattia è seria. O che la situazione è seria.
In fin dei conti si potrebbe riassumere con formula comune, del linguaggio comune — e quando mai noi ci discostiamo dal linguaggio comune? — che la psicosi non è una cosa seria, che non la prende sul serio, proprio come si dice a uno «Ma prendi un po’ le cose sul serio». C’è attacco alla serietà. Lo psicotico, non il perverso, viene socialmente, economicamente, riconosciuto come quello che fa esattamente così. Viene trattato come perfettamente uguale se ci fosse o non ci fosse. Al più qualche piccolo stanziamento in più per i vari centri, pubblici o privati, ma pescando risorse economiche dal fatto che si sono chiusi i manicomi. Oggi credo si spenda meno, e non di più, di prima per le psicosi.
Verrebbe da dire la risposta sociale, pubblica, ministeriale, e comune nei confronti della psicosi rende la psicosi ciò che dà: lo psicotico non è preso sul serio. Per i delinquenti comuni si fanno le galere, per gli psicotici si aboliscono i manicomi. Con mesta constatazione, molto mesta, si può dire che la psicosi era presa molto più sul serio ai tempi manicomiali.
O quel vecchio film di De Filippo, intitolato Ditegli sempre di si: la risposta è «Ditegli sempre di sì».
Aggiungerei il pensiero che annotavo prima ascoltando: che almeno nella psicosi paranoica, questo vero e proprio buco di serietà sembra — io penso intenzionalmente, penso solidamente che ci sia intenzione — sul fatto che almeno nelle psicosi paranoiche si sopperisce a questo buco di serietà con un incremento di senso: il mondo è pieno di senso perché tutti mi perseguitano. …
Pronunciato il 28 maggio 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore